Maignan: “Ibra? Quando parla tutti lo ascoltano. Non soffro il paragone con Donnaruma”

È uscita l’intervista integrale di Mike Maignan, portiere del Milan, a ‘DAZN’. Qui, dunque, tutte le dichiarazioni dell’ex PSG e Lille

Daniele Triolo

31 agosto – Milano

È uscita l’intervista integrale di Mike Maignan, portiere del Milan, ai microfoni di ‘DAZN‘. Qui, dunque, tutte le dichiarazioni dell’ex PSG e Lille.

Sul suo carattere: “Sono un ragazzo tranquillo a cui piace parlare poco, preferisco fare bene il mio lavoro”.

Sul ruolo del portiere: “Quello del portiere è un ruolo difficile, in cui si è soli. Devi fare un lavoro molto preciso, per cui serve una mentalità e una personalità molto forte, perché spesso il portiere è l’uomo più importante della squadra”.

Sulla vittoria dello Scudetto al primo anno in rossonero: “Mi aspettavo di vincere subito. Prima di venire al Milan ho parlato a lungo con la società, e la prima cosa che ho detto è che volevo portare insieme a tutti i miei compagni il Milan al suo livello”.

Su Zlatan Ibrahimović: “Quando Ibra parla tutti lo ascoltano. Mi ricordo il primo anno in prima squadra a Parigi. Durante un allenamento, facciamo un lavoro sulle conclusioni degli attaccanti. Tutti sapevamo quanto Ibra calciasse forte. Ha calciato una palla molto forte, da dentro l’area, per cercare di sfidarmi. L’ho parata. A fine allenamento, dentro lo spogliatoio, mi ha detto che gli piaceva la mia mentalità, e di continuare così. Oggi, otto anni dopo, siamo qui insieme”.

Sulla pressione di essere il sostituto di Gianluigi Donnarumma: “L’anno scorso non ho sentito la pressione, anche se inevitabilmente ho visto che la gente ha fatto molti paragoni tra me e Donnarumma. A me però questo non cambia niente. Prima di ogni partita io mi isolo, perché fuori la gente parla troppo e io non voglio sentire su di me la loro pressione. Mi aiuto con la musica, o cerco di chiudermi ‘nel mio mondo’”.

Su cosa voleva fare da piccolo: “Da piccolo volevo fare il centrocampista o l’attaccante, insomma il giocatore di movimento. Sono diventato portiere perché ho perso una scommessa con un mio allenatore, Romain Damiano. Dovevo andare a fare il test a Clairefontaine, e mi ha detto che se fossi arrivato all’ultimo step mi avrebbe confermato portiere. E così è stato (sorride, ndr)”.

Su quale giocatore guardava da piccolo: “Da bambino il giocatore che guardavo di più era Gerrard, perché tifavo per il Liverpool, e lui mi piaceva tantissimo”.

Sul suo riscaldamento: “Devo giocare tanto anche con i piedi durante le partite, quindi devo scaldare molto bene anche i piedi”.

Sul rapporto con Nelson Dida: “Quando sono arrivato a Milano abbiamo parlato tanto, da subito. Io cerco sempre di imparare da lui, capire con lui dove posso migliorare, conoscere il Milan: lui mi ha sempre aiutato tanto”.

Sulla sua voglia di ordine: “Io mi lavo sempre da solo le scarpe. Mi piace essere ordinato. Mi ricordo quando ero piccolo, finisco l’allenamento e lascio tutta la roba dentro lo zaino. Mia mamma non era contenta e mi ha detto che dovevo sistemare le cose”.

Sulle sue origini: “Non ho tanti ricordi perché sono andato via molto piccolo dalla Guyana. Sono cresciuto con il valore della famiglia. Per me la famiglia è tutto, è la mia forza. Senza la mia famiglia sono niente”.

Sullo studio degli attaccanti avversari: “L’attaccante è un ruolo che mi piace moltissimo. Quando guardo le partite, guardo più gli attaccanti dei portieri: così quando gli attaccanti arrivano davanti a me, posso provare a capire prima cosa possono fare, se calciano o optano per un passaggio”.

Sul suo primo derby: “C’era grande tensione. Sapevamo che era una partita importante per la stagione. E’ un bel ricordo quella sfida. Ha vinto la nostra grande volontà. Eravamo arrivati a quella partita con fiducia, avevamo lavorato bene e quindi eravamo pronti”.

Su Stefano Pioli: “Il Mister ci parla sempre: prima di ogni partita, ogni giorno, ci parla per trasmetterci volontà e fiducia. Prima e durante l’intervallo del derby decisivo dello scorso campionato, ha parlato con tutti noi per farci sentire la fiducia”.

Sulla contro-barriera nelle punizioni a favore del Milan: “E’ una roba mia”.

Sul fatto di riguardarsi dopo le partite: “Mi riguardo sempre. O subito dopo la partita o il giorno dopo”.

Sull’errore contro la Salernitana nella scorsa stagione: “Quell’errore ho voluto riguardarlo subito a fine primo tempo. Volevo capire perché avevo fatto quell’errore. Io punto a crescere sempre e a fare sempre meglio”.

Sui tifosi rossoneri: “Abbiamo i tifosi migliori d’Italia. Ci hanno dato molta forza lo scorso anno. Mi ricordo ancora a Roma, contro la Lazio, quando praticamente tutto lo stadio era nostro, o contro il Sassuolo: a Reggio Emilia eravamo sicuri di vincere, perché avevamo fiducia in noi e per la forza che ci trasmetteva da fuori il popolo rossonero”. Cessione Milan, oggi il closing: tutti i dettagli >>>

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