Mai una Joya: Dybala raggiunge Baggio ma niente festa. E ora c’è l’Inter…

Col gol numero 115 in bianconero diventa nono tra i marcatori di ogni epoca e supera Ronaldo considerando solo il campionato. La Juve era ancora in vantaggio quando è finita la sua partita, poi il tracollo finale con lui in panchina ha tolto ogni motivo di festeggiare

Potrebbe essere stata la sua ultima partita in maglia Juve con la fascia di capitano al braccio, l’ha onorata con il gol che gli fa raggiungere un traguardo atteso da qualche settimana: la nona posizione nella classifica marcatori ogni epoca della Juventus in tutte le competizioni, raggiungendo a quota 115 Roberto Baggio che aveva lasciato il bianconero con modalità non così diverse. Eppure anche stavolta quando c’è di mezzo Paulo Dybala diventa difficile godersela: niente festa, il pasticcio glielo combinano i compagni, perché nel finale quando lui esce per gli ultimi dieci minuti arriva la rimonta del Genoa e non c’è proprio più niente da festeggiare.

L’esultanza

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Non è una serata banale per l’argentino, che con il gol numero 82 in Serie A stacca anche Cristiano Ronaldo al decimo posto dei marcatori bianconeri in campionato, il gol che (unico giocatore della Juve quest’anno) lo manda in doppia cifra di realizzazioni nel nostro torneo per la sesta stagione in carriera come riferiscono i dati Opta. Lo aveva celebrato in maniera inedito: urlo di gioia quasi con la lingua di fuori, braccia larghe coi pugni chiusi che fanno pensare alla rabbia ma in realtà raccontano un atto di forza, prima di sciogliersi con gli arti levati al cielo e gli indici a salutare come per ogni gol papà Adolfo. Niente Dybala-mask, ma a proposito di maschere e supereroi c’è tempo per un’esultanza alla Spider Man quando arrivano i compagni a circondarlo.

E invece…

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Dybala aveva fatto le prove generali con un gran mancino dal limite al 40′: quasi gol. Dopo l’intervallo da posizione analoga invece la Joya che ha sbloccato la partita è arrivata di destro, il suo undicesimo gol di destro su 98 realizzazioni in Serie A (Palermo compreso). Contro un’avversaria gradita: solo all’Udinese (10) ha infilato più reti delle 9 segnate al Genoa. E una ventina di minuti dopo, stavolta tornando al mancino, di nuovo dal limite, solo per pochi centimetri non è arrivato il raddoppio che avrebbe dato a lui la possibilità di mettersi addirittura alle spalle Roberto Baggio, e molto probabilmente anche alla Juventus un successo che poi è andato gambe all’aria. A dieci minuti dalla fine Allegri l’ha richiamato in panchina e il finale lo hanno riscritto altri: lui deve riscrivere il suo e chiudere la partita anzitempo sembrerebbe un segnale per non spremerlo in vista della finale di coppa Italia, se non fosse contro quell’Inter di cui è sempre più promesso sposo, e qui la faccenda si complica di brutto. Con Paulo è sempre difficile godersela fino in fondo.

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