Davvero non è venuto nessuno della Roma? La domanda serpeggiava tra i banchi della chiesa e anche in strada, dove un pezzo di quartiere si era fermato per omaggiare Giacomino Losi. Nei sussurri non si avvertiva rabbia ma smarrimento: un simbolo amatissimo, il terzo calciatore più presente nella storia del club, è stato salutato dalla Roma con una corona di fiori, un drappo e quattro ragazzi dell’Under 18. Stop. Zero dirigenti, zero tecnici, zero capitani. D’accordo, all’Olimpico lunedì il ricordo era stato toccante. Ma il funerale coincideva con la giornata libera concessa da Daniele De Rossi alla squadra dopo la grande vittoria sul Cagliari. Cosa poteva esserci di più importante ieri, su un piano istituzionale ma anche emotivo, della partecipazione alle esequie di Losi? Niente. L’alibi dell’ordine pubblico, dell’attenzione spostata sul vip in arrivo rispetto al lutto per il defunto, non regge. Semplicemente e banalmente, questa imbarazzante assenza appartiene alla categoria delle figuracce. Per fortuna Giacomino da lassù saprà perdonare.
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