“Ma chi è ‘sto bisteccone?” alla presentazione in Rai. Il resto è storia

Era stato Gilberto Evangelisti, storico giornalista sportivo, a pronunciare una battuta destinata a “battezzare” per sempre un 24enne Giampiero Galeazzi

Il soprannome “Bisteccone” ha data e luogo. Via del Babuino, centro di Roma, la strada che collega Piazza di Spagna a Piazza del Popolo. È il 1970. Giampiero Galeazzi ha 24 anni ed è un talento del canottaggio, ma sogna di fare il giornalista e raccontare lo sport. Tutto questo dopo aver vinto un paio di medaglie d’oro nei campionati italiani di canottaggio. Quel giorno, però, viene reclutato dal collega della Radio Renato Venturini per giocare un doppio a tennis. “Raggiungimi in sede Rai, così ti presento ai colleghi dello sport”, gli dice. Il palazzo era a Via del Babuino, dove oggi c’è l’Hotel de Russie. Giampiero entra, si presenta, dà la mano a tutti, si presenta bene, soltanto che è alto, massiccio e con due spalle così. A quel punto Gilberto Evangelisti, storico giornalista sportivo, lo squadra dalla testa ai piedi e fa all’amico Renato: “Ma chi è ‘sto bisteccone?”. Il resto è storia.

Nel 2000…

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Il siparietto l’aveva raccontato lo stesso Galeazzi alla Gazzetta, in un’intervista del 14 gennaio 2019 uscita su “Fuorigioco”. Giampiero se n’è andato oggi a 75 anni dopo una lunga malattia. Di lui, oltre il soprannome, si ricordano le telecronache, le interviste in campo, le feste scudetto delle varie squadre che ha seguito come inviato della Rai. In una di queste un tifoso lo chiama proprio “Bisteccone” in diretta tv. Il 14 maggio 2000 la Lazio – squadra di cui è sempre stato tifoso – vince il suo secondo scudetto grazie al 3-0 sulla Reggina in casa e alla sconfitta della Juve sotto il diluvio di Perugia. Galeazzi era al Foro Italico per seguire gli Internazionali di tennis, ma seguì la notizia: Lazio campione d’Italia. “Lasciai la postazione, presi la troupe e andai su Viale dei Gladiatori coinvolgendo chiunque. Ho rischiato il licenziamento, ma ero troppo esaltato dal secondo trionfo in campionato. I miei colleghi erano tutti a Perugia, io sul pullman a montare il servizio fatto”. Su YouTube c’è ancora il video: Galeazzi inquadra la radiolina, la voce di Cucchi annuncia il titolo, poi un tifoso lo abbraccia in lacrime: “Bisteccone mio…”.

Con Mara

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Uno dei primi post in suo onore è arrivato da Mara Venier: “Bisteccone mio, se ne va un pezzo della mia vita”. I due sono sempre stati legati. Sempre alla Gazzetta, Galeazzi raccontò di quando lei lo invitò a Domenica In. Estate ’94, New York, durante i Mondiali: “Conducevo già 90º minuto, lei fu brava a buttarmi gradualmente nello spettacolo”. Qualcuno in Rai si mise di traverso, ma Mara si impuntò: “Non toccatemi Bisteccone eh…”. Una delle sue ultime apparizioni televisive fu proprio da lei, gennaio 2019, Domenica In. Lì aveva raccontato delle difficoltà legate al diabete: “È il mio compagno di viaggio. Una malattia micidiale”. Poi usò la metafora del canottaggio: “Sono negli ultimi 500 metri. Significa che uno si gira indietro e controlla i rivali. Io vedrò chi c’è con me”. E Mara: “Io sì”.

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