Quarta e ultima Coppa del Mondo per il capitano della Celeste: avrà la responsabilità di guidare al passo d’addio un’intera generazione
Quando gli chiesero quale significato intendesse dare al termine “calcio”, Diego Godin non ebbe dubbi: “Non parlerei di divertimento: è una responsabilità”. Lui, meglio di chiunque altro, incarna il concetto di sacrificio che in Uruguay è una specie di dovere civico: a cercare “garra” su Internet, uno dei primi risultati il suo faccione da guerriero che contiene durezza insieme ad un velo di malinconia. E’ capitano della Celeste per diritto divino. E anche perché é un sopravvissuto. Nel vero senso della parola.