Lukaku, un leader che permette vari tipi di gioco: ecco perché è perfetto per Inzaghi

L’allenatore dell’Inter è tra i maggiori supporter di un eventuale ritorno di Big Rom, sia per il carattere che per le caratteristiche tecniche, che gli darebbero numerose opzioni in situazioni diverse

La storia del calcio è fatta di rapporti indissolubili tra certi allenatori e i loro giocatori di riferimento. C’è chi se li porta dietro, per una questione di stima e spesso anche di fedeltà, mettendo i loro acquisti tra le garanzie più importanti – al pari naturalmente dell’ingaggio – al momento di firmare un contratto. All’Inter, in questo periodo, sta succedendo una cosa strana – o forse no e poi capiremo il perché – a proposito dell’ormai imminente ritorno di Lukaku. La cosa apparentemente strana è che il suo sponsor principale, l’uomo che lo vuole a tutti i costi, è un tecnico che lo ha incrociato soltanto per pochi giorni: Simone Inzaghi.

La volontà di Inzaghi

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Già, perché il pilota nerazzurro non ha fatto quasi in tempo a conoscerlo: lo ha diretto in allenamento per pochissime sedute, si è sentito ripetere in quel periodo “di stare tranquillo, perché non è vero che vado via”, poi – inaspettatamente – ha dovuto fare i conti con la frase che non avrebbe mai voluto sentire. “Mister, mi dispiace, sei il primo a saperlo. Ma vado al Chelsea”. Simone Inzaghi solo apparentemente è rimasto impassibile: lo ha abbracciato, gli ha fatto un sacco di auguri, ma per tre giorni ha avuto gli stessi brutti pensieri dei tifosi. Dicevamo però che non è strana – anzi – questa sua voglia di allenarlo per tutto un campionato: perché, malgrado una conoscenza diretta così breve, Simone Inzaghi sa bene che Lukaku – indipendentemente da quelli che potrebbero essere i suoi compagni di reparto – è un calciatore speciale. L’unico a meritarsi un posto nelle citazioni post-trionfo. Si è detto infatti che quello nerazzurro è stato lo scudetto della società, di Marotta, naturalmente di Conte, ma anche di Lukaku. Un ruolo ampiamente riconosciuto – nelle gerarchie di un successo – in cui c’è tutta la sua grandezza, la sua importanza; ed è questo che, semplicemente, spiega perché Inzaghi si stia spendendo moltissimo, insistendo per un ritorno in nerazzurro.

L’importanza di Romelu

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Lukaku è, sarebbe, giustamente fondamentale – secondo Inzaghi – per due motivi paralleli: uno psicologico e l’altro tecnico. Il primo è facile da spiegare: il belga è un leader – come è stato Ibra per il Milan – capace di aumentare l’autostima individuale e collettiva. È l’uomo intorno a cui riunirsi, in maniera anche figurata. Esattamente – andando invece sul pratico – come succede in campo. Lukaku è un calciatore ideale, forse e soprattutto nel calcio italiano, che non sarà il più spettacolare, il più competitivo, ma tatticamente è tra i più evoluti. E Lukaku ti permette di fare le due fasi – aggressione della trequarti rivale o maggiore copertura per partire in contropiede – con la stessa efficacia. È un pericolo per gli avversari se arriva dentro o al limite dell’area, perché può risolvere personalmente o distribuire a destra o sinistra per gli inserimenti; è un pericolo se riceve il pallone nella propria metà campo, perché sa usare il fisico per appoggiarsi sul difensore e poi partire come una fionda. Il suo unico difetto è forse nel primo controllo, ma qui in Italia tempi e spazi sono maggiori e la cosa passa quasi inosservata. Insomma, Inzaghi sa bene che con Lukaku guadagna un grande attaccante e due modi di fare calcio, per giocare più partite nell’ambito dei 90 minuti. L’unica cosa, ma in alcuni momenti decisiva, che quest’anno è mancata all’Inter.

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