Lukaku: “Eriksen? Sono scoppiato a piangere quando ho saputo del malore”

“Eriksen? Quando giocavo all’Inter ho passato più tempo con Christian che con mia madre, mio figlio o mio fratello perché in Italia con gli allenamenti passi praticamente tutto il giorno insieme al club. La sua stanza era accanto alla mia. Ho sentito la notizia del suo malore durante una riunione e ho iniziato a piangere. Non facevo altro che pensare a lui.”. Sono le parole di Lukaku alla vigilia della sfida contro la Francia in semifinale di UEFA Nations League. L’attaccante del Belgio è ritornato sul malore del centrocampista danese agli Europei, a cui ha dedicato il gol contro la Russia, in un’intervista sul sito della Uefa: “Sulla strada verso lo stadio di San Pietroburgo avevo bisogno di qualcosa per tirarmi su, così ho deciso di giocare per lui durante il torneo. Volevo mostrargli in qualche modo la mia vicinanza. Gli ho anche mandato un messaggio e sono stato felice che mi abbia risposto.”.

Lukaku e la Juve: il curioso retroscena di Conte

“Cento presenze con il Belgio? Traguardo inimmaginabile”

Con la partita contro la nazionale di Deschamps, Lukaku raggiungerà quota 100 presenze con il Belgio: “Quando sei giovane il traguardo delle cento presenze è qualcosa di inimmaginabile. Sono stato fortunato ad aver esordito giovanissimo in nazionale. Adesso ho 28 anni e ne sono passati quasi 12 da allora con molti alti e bassi, ma come squadra abbiamo sempre continuato a crescere. Alla fine, l’obiettivo finale rimane quello di vincere: questa è la mia motivazione principale. Ogni volta che gioco in nazionale, voglio sempre vincere sia che si tratti di semplici partite che di un torneo.”. L’attaccante del Chelsea è già nella storia della sua nazionale come miglior marcatore di tutti i tempi: “Non ho iniziato subito a segnare in nazionale. Mi ci è voluto un po’ di tempo. Ma una volta che mi sono ambientato, sapevo che sarei riuscito a segnare e che i miei compagni mi avrebbero messo in condizione di farlo. Poi anche tutti gli altri hanno iniziato a fare gol, non solo io: Eden Hazard, Kevin De Bruyne, Dries Mertens. Questo aspetto mi ha fatto capire che in attacco abbiamo grandissima qualità.”. Infine sul suo stile di gioco preferito: “Considerato il mio fisico abbastanza imponente, tutti pensano a sfruttare la mia fisicità nei lanci lunghi sperando poi che mi giri e faccia gol. A me invece non piace giocare così. Sono invece più pericoloso quando punto direttamente la porta perché in quelle situazioni di gioco raramente faccio scelte sbagliate.”.

Precedente Andreas Pereira viola la quarantena: l'ex Lazio rischia maxi-squalifica Successivo Roma, tutti gli impegni dei nazionali. C'è il caso Viña-Uruguay