Luis Alberto e la sfida speciale per il 40° gol

ROMA – Un’altra delle sue magie, possibilmente una di quelle in cui si mette “in proprio”, e Luis Alberto diventerà in solitaria il quarto miglior marcatore spagnolo di tutti i tempi in Serie A. Sì, serve un gol stavolta, non uno dei suoi classici assist, vero marchio di fabbrica. Il mago deve far uscire dal cilindro un’altra rete per scalare questa speciale classifica e staccare Joaquín Peiró, seconda punta che a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta andò a segno con una discreta continuità indossando le maglie di Torino, Inter e Roma. Lui arrivò complessivamente a quota 39, quella che il numero dieci della Lazio ha toccato poco meno di due settimane fa all’Artemio Franchi di Firenze. In quell’occasione l’ha agganciato, adesso serve un altro step per compiere il definitivo sorpasso e mettersi a caccia degli altri iberici che compaiono in questa speciale classifica, cioè il primatista José Maria Callejon, seguito da Luis Suarez e Iago Falque a completare il podio.

Innesto

Un passo per volta, anche perché (come sempre accaduto in questa stagione) in vista di domani sera Luis Alberto non è affatto sicuro del posto da titolare, una maglia che stavolta si giocherà con Vecino. In effetti, però, questa non è una discriminante così decisiva in relazione al suo rendimento. Al contrario, le tre reti realizzate in questo torneo dallo spagnolo sono arrivate tutte dopo essere subentrato: nelle due partite in casa contro Inter e Verona (rispettivamente terza e sesta giornata) e poi, appunto, contro la Viola. Un trend che in un certo senso dà ragione a Sarri, che non ha mai nascosto (nelle parole e nei fatti) di considerarlo spesso più produttivo e incisivo buttandolo dentro a gara in corso rispetto al farlo partire dall’inizio. D’altronde i ritmi si abbassano con il passare dei minuti, la stanchezza dei giocatori avversari aumenta e la soglia di attenzione diminuisce. E uno con la qualità dello spagnolo ci può andare a nozze, facendo valere tutto il suo spessore e la sua tecnica. 

Rendimento

Un ragionamento legittimo e pacifico, che però difficilmente troverà d’accordo al 100% il diretto interessato, uno che (giustamente) vorrebbe giocare ogni minuto di ogni partita. In questa stagione invece si è ritrovato dall’essere un titolare inamovibile a partire solo 3 volte (su 10 gare di campionato) dal fischio d’inizio. Non proprio la sua massima aspirazione, i numeri però ancora una volta mostrano la parte mezza piena del bicchiere: fino a oggi era successo una sola volta che Luis Alberto dopo dieci partite di campionato fosse già a quota 3 gol in classifica marcatori. Era il campionato 2017/2018, l’unico della sua carriera in cui poi è riuscito ad arrivare in doppia cifra (11) al termine del torneo. Insomma, dati e confronti che possono essere di buon auspicio e che mostrano i vantaggi di un impiego a mezzo servizio, da “subentrante”. Certificano che per esibire le sue magie lo spagnolo non ha sempre bisogno di novanta minuti. A uno come lui, con quella qualità, può bastare un secondo per inventarsi la giocata decisiva. 

Luis Alberto decisivo dalla panchina

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Luis Alberto decisivo dalla panchina

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