L’Udinese minaccia di lasciare la Dacia Arena: “Pronti a togliere il disturbo”

Dopo i rilievi dell’Anac, posizione forte del club che rimette in discussione la convenzione che doveva durare 99 anni. Il direttore amministrativo Rigotto: “Abbiamo già contatti con Pasian di Prato, altre amministrazioni comunali ci accoglierebbero a braccia aperte: abbiamo progetti pronti. È la goccia che fa traboccare il vaso”

L’Udinese vuole lasciare la Dacia Arena. E’ quanto emerge dalle parole del direttore amministrativo Alberto Rigotto, intervenuto sulla questione stadio dopo i rilievi sollevati dall’Autorità nazionale anti corruzione tramite una delibera notificata venerdì scorso sia al club bianconero che all’amministrazione cittadina. Nelle osservazioni dell’Anac si contestano – tra le altre cose – la fideiussione presentata dall’Udinese nel 2013 dopo la stipula del contratto, il naming dello stadio e l’omesso controllo da parte del Comune sui lavori di manutenzione annuali dell’impianto. L’obiettivo della società è quindi quello di risolvere la convenzione di 99 anni sottoscritta col Comune nel 2013 e trovare un’altra casa per i bianconeri.

La posizione

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“L’Udinese la ritiene la goccia che fa traboccare il vaso. Siamo pronti a recuperare progetti antichi e togliere il disturbo andando da un’altra parte” ha spiegato Rigotto. “Chiederemo la risoluzione dell’accordo, pronti a togliere il disturbo”. Sulla questione economico finanziaria Rigotto non ha dubbi su come sarà necessario agire. “Non chiederemo nessun risarcimento, ma solo il rientro delle somme anticipate e delle spese, circa 48 milioni e mezzo di euro che abbiamo investito in tutti questi anni”.

Quale il futuro quindi per il club? “Ci sono altre amministrazioni comunali che ci accoglierebbero a braccia aperte. Siamo in contatto con altre realtà e potremmo fare l’impianto da altre parti. Abbiamo già contatti con Pasian di Prato (nell’immediata periferia cittadina), ma ci sono anche altri Comuni. Nel cassetto ho già dei progetti pronti”. Il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, non ha voluto replicare.

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