Lotito: “Sarri? Credo in lui, ha ancora il mio sostegno”

Il presidente biancoceleste ha caricato squadra e ambiente alla luce del momento delicato

28 novembre 2023 (modifica alle 20:40) – MILANO

La brutta prestazione di Salerno e l’undicesimo posto in classifica non possono far felice Claudio Lotito. Ma il presidente della Lazio cerca comunque di dare stabilità in un ambiente, quello biancoceleste, sempre meno sereno.  Così, a chi gli chiede se abbia già parlato con Sarri, replica: “La società crede nell’organico e nell’allenatore e siamo convinti che, come si legge nel Vangelo, dopo essere caduti bisogna rialzarsi e prendere coscienza dei propri mezzi. E in questo caso la Lazio lo sarà”, ha detto ai microfoni di Sky Sport nel prepartita della sfida Champions contro il Celtic. 

il futuro della lazio

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Per la sconfitta contro la Salernitana e l’andamento della squadra in campionato non cerca alibi: “Cosa mi sta dando più fastidio? L’atteggiamento sul campo. La squadra deve combattere, scendere in campo determinata, volitiva, coesa e con la voglia di portare a casa il risultato. Poi le partite hanno anche aspetti imprevedibili però voglio una squadra che sia cattiva, feroce agonisticamente”.  E ancora: “A oggi abbiamo rinnovato la squadra quasi al 100%, tranne Immobile, e c’è stato bisogno di assestamenti. Purtroppo ha fatto male con le squadre abbordabili e ha fatto bene con le squadre meno abbordabili. C’è qualcosa a livello mentale e caratteriale che ha determinato queste considerazioni. Senza poi entrare nel fattore imponderabile, che non dipende da noi. Sulla formazione. Ho detto a Sarri che deve giocare chi è in condizioni migliori, senza guardare in faccia nessuno. È una scelta che spetta a lui, non intervengo mai nelle scelte tecniche, è lui che si assume la responsabilità dell’assetto tecnico-tattico. Ho investito sull’allenatore e cerco di sostenerlo per quello che mi è consentito come società”.

il caso tare

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Si parla poi dell’addio del d.s. Igli Tare: “Non l’ho allontanato, è stata una sua scelta personale e familiare, non legata a critiche o incomprensioni con me, tutt’altro, tant’è che siamo in ottimi rapporti. Nella vita tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile. È una regola di vita, lo dice uno che governa più di ottomila persone e sa che alla fine c’è sempre un ricambio generazionale. Non si può imputare al merito o al demerito di una persona. È un atteggiamento. Come è successo quando c’era Tare, la Primavera era retrocessa, poi dopo ha vinto il campionato ed è tornata nella serie più importante. Tutto va legato al momento e alla situazione specifica”. 

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