Lotito interrogato per 3 ore ad Avellino. Ora battaglia legale sui tamponi

Il presidente della Lazio ad Avellino. Diversi gli episodi da chiarire sui test, sui rapporti con i Taccone e sulle comunicazioni alla Asl

L’itinerario da Formello ad Avellino che ieri ha percorso il presidente della Lazio Claudio Lotito, è lo stesso che negli ultimi sei mesi hanno coperto gli addetti ai lavori della Futura Diagnostica del centro irpino per trasportare gli oltre mille tamponi poi testati nel laboratorio a 250 chilometri dalla Capitale e la cui documentazione è stata interamente sequestrata dall’autorità giudiziaria. Anche di questa distanza hanno chiesto conto i magistrati che hanno convocato ieri ad Avellino il patron biancoceleste, ascoltandolo come persona informata sui fatti, come avevano già fatto nelle scorse settimane col responsabile medico, Ivo Pulcini.

i quesiti

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Il procuratore reggente Vincenzo D’Onofrio e i sostituti Luigi Iglio, Vincenzo Toscano e Teresa Venezia, hanno ascoltato per circa tre ore Lotito, che al termine non ha rilasciato dichiarazioni. Riserbo assoluto anche da parte degli inquirenti. I magistrati comunque hanno chiesto dei rapporti fra il presidente della Lazio e i Taccone, il papà Walter e il figlio Massimiliano, del perché di una scelta di un laboratorio così logisticamente lontano. E poi ancora su tutta l’altalena fra positività e negatività dei test effettuati fra Avellino e il centro Synlab della Uefa, per le partite di Champions. I magistrati hanno chiesto conto anche di alcune missive fra club e laboratorio e soprattutto verificato se le comunicazioni di legge delle positività alla Asl di Roma siano state effettuate nei tempi corretti o se c’è stato qualche disguido e chi ha comunicato cosa e quando. Dall’entourage del presidente della Lazio emerge la convinzione di aver chiarito tutto.

altri indagati?

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Ma i magistrati non si sbottonano e vogliono ulteriormente verificare le dichiarazioni, incrociandole con l’enorme mole di materiale sequestrato presso la Futura Diagnostica. E non è un caso che i magistrati abbiano convocato solo ieri Lotito, dopo oltre 10 giorni di tempo intercorsi proprio per studiare a fondo quella documentazione. Adesso c’è da capire se l’inchiesta subirà una svolta, nel senso dell’iscrizione al registro di altri indagati.

l’attesa dei federali

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Naturalmente a conoscere tutti gli atti è molto interessata la Procura Federale, che non ha gli strumenti di indagine dell’Ufficio giudiziario di Avellino e dunque attende di prendere visione di verbali di interrogatorio e soprattutto dei carteggi fra il club e la Futura Diagnostica, lì dove emergerà se i protocolli Figc anti-Covid sono stati rispettati oppure sono stati commessi reati sportivi. Ricordiamo che l’attività penale nasce nell’ambito dell’inchiesta sui tamponi della Lazio processati dalla Futura Diagnostica di Avellino, il cui responsabile amministrativo e legale, Massimiliano Taccone, al momento è l’unico iscritto nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di falso, frode in pubbliche forniture e epidemia colposa.

battaglia legale

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È quella che si preannuncia fra accusa e difesa sulla perizia, depositata lunedì, dal consulente d’ufficio della Procura sui 95 tamponi processati dal centro polispecialistico avellinese e relativi ai prelievi del 6 novembre sul gruppo Lazio. Maria Landi, la dirigente del laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale “Moscati”, ha evidenziato discordanze: i 7 positivi accertati da Futura Diagnostica sarebbero diventati 25 secondo i test di verifica da parte della consulente della Procura. Discordanze che aprono la strada ad un contenzioso giuridico, ma anche tecnico-scientifico, sulle conclusioni. Ieri mattina il legale di Futura Diagnostica, Innocenzo Massaro, ha depositato in Procura le osservazioni redatte dalla consulente, Marilina Scalone. Si basano sul periodo di tempo trascorso dal tampone effettuato da Futura Diagnostica a quello riprocessato dal consulente d’ufficio: i protocolli prevederebbero un massimo di 3 giorni quando invece i nuovi test sono stati eseguiti a distanza di 4 giorni. Il perito di parte eccepisce anche sulla conservazione dei tamponi sequestrati, sulla temperatura. E inoltre ci sarebbe una contestazione ancora più specifica sui cicli di amplificazione usati nel test.

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