Il centrocampista preso quest’estate dal Sassuolo è al top e merita spazio, finora però è stato in campo solo 60′ in nerazzurro, e mai da titolare. In Champions possibile chance
E ora che si fa? Cosa succede nel cantiere Inter adesso che tutto il mondo ha visto la baldanza del ragazzo biondo, uno che in nerazzurro ha messo insieme la miseria di 60’ ufficiali ma che in Nazionale sembra titolare da una vita? Curioso e bizzarro il destino di Davide Frattesi, centrocampista confinato tra le riserve nel suo nuovo club e che in azzurro parte dall’inizio e segna (due volte). Non bastasse, difende alla morte, assalta l’area da garibaldino e poi prende pure lo scudo per proteggere il suo capitano, attaccato con frecce da qualche stupido a San Siro. La personalità che fa sgorgare in campo è la stessa di quando deve alzare la voce al microfono: è una dote che serve ai campioni di questa epoca. Con la doppietta e la prova salva-Italia, nel suo nuovo stadio martedì, Frattesi ha sbalordito i pochi che all’estero ancora non conoscevano il potenziale.
Qualità
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Gli elogi dai media di mezza Europa sono solo la logica conseguenza: in tanti hanno, infatti, notare che un altro mediano di grana finissima si è aggiunto in un reparto già forte di suo. Ad Appiano lo hanno riaccolto ieri tra abbracci e complimenti sparsi, ma nessuno è davvero stupito da questo boom perché sin dal primo allenamento l’ex Sassuolo ha mostrato tenacia e applicazione in misura superiore alla media. Al netto di qualche sbavatura ed eccesso di foga, quando c’è di mezzo il 23enne romano l’intensità si alza sempre al massimo. E, considerando queste premesse, è di certo strano che nelle prime tre partite abbia solo raccolto briciole e che, quasi certamente, inizierà il derby dalla panchina. Simone Inzaghi si è finora affidato alle calde e tranquillizzanti certezze del passato, e i risultati hanno dato ragione, ma adesso diventa sempre più dura tenere fuori lo scalpitante Frattesi.
Che accoppiata
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Davide non è certo programmato per le polemiche, soprattutto in questa nuova casa che lui stesso ha voluto sopra ogni cosa e in cui è entrato in punta di piedi. L’unico modo che ha per far pressione sul suo nuovo tecnico è “massimizzare il profitto”, sfruttare al massimo le poche occasioni concesse finora in questa alba di stagione: se non ne sono praticamente arrivate all’Inter, ne è bastata una soltanto in Nazionale per fare centro e cambiare la storia. La titolarità è stata in parte agevolata dall’assenza di Tonali, poi il resto l’ha fatto Frattesi in persona, per la soddisfazione estrema del c.t. Spalletti e di tutti i tifosi italiani che vorrebbero evitare altri mesi tribolati da qua all’Europeo. Non c’era modo migliore, in fondo, per lanciare la candidatura per il derby e ribadire che un talento così, pure italiano, dovrebbe giocare sempre. Tanto più che l’ipotetico “dualismo” con Barella è stato superato dai fatti: i due in azzurro si sono mossi che è una bellezza, con l’ex Sassuolo sul centro-destra e Nicolò dall’altro lato. I due miscelano bene caratteristiche diverse e lo stesso Davide poi si esalta nell’infilarsi da dietro senza palla. Anche perché, quando poi il pallone arriva, lui riesce ad afferrarlo e aggiunge una dote istintiva: centra la porta. Nella scorsa stagione è stato il secondo centrocampista che ha effettuato più tiri in porta in A, 24 dietro ai 27 del Koopmeiners atalantino. Insomma, almeno in teoria, con questo Frattesi non sembrerebbero esserci problemi nel far accomodare in panchina Mkhitaryan, unico per intelligenza e delizioso per tocco, ma con 34 primavere (35 a gennaio) sulle spalle. All’armeno tuttofare, però, Inzaghi rinuncia solo sotto tortura e, tra l’altro, il suo piano per far esplodere Frattesi è assai cauto: entrerà stabilmente nelle rotazioni dall’inizio solo dopo il derby, magari già nel debutto di Champions a San Sebastian con la Real Sociedad. Davide, però, non è lì di passaggio, ma per restare: il ruolo di primo cambio in mezzo è una camicia che sta già strappando lui stesso.
14 settembre 2023 (modifica il 14 settembre 2023 | 07:39)
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