Londra arriviamo! Un’Italia così non deve avere paura di nessuno

Gli azzurri sanno giocare, attaccare, difendersi, soffrire: Mancini non ha fenomeni, ma uniti lo diventano. Purtroppo paghiamo un prezzo alto: Spinazzola

Londra, arriviamo. Non c’è Belgio che tenga contro questa Italia bellissima che sa giocare, attaccare, difendersi, soffrire. Gli azzurri sono tra le prime quattro d’Europa. Un risultato meritato, costruito con fatica, che ci rimette là in alto dove deve stare l’Italia, che del calcio è da quasi un secolo uno dei Paesi guida. Mancini ha saputo cancellare anni di delusioni e perfino umiliazioni, restituendo in un tempo relativamente breve orgoglio, identità, convinzione.

Il gruppo

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La sua Italia è una squadra, un gruppo riuscito, perfetto negli equilibri in campo e fuori. Non c’è un azzurro che non aiuti il compagno quando è in difficoltà. Non c’è uno che faccia prevalere l’egoismo sull’altruismo. Non c’è uno in cui non brilli negli occhi gioia sincera quando a un compagno riesce una giocata. Mancini non ha fenomeni, ma uniti lo diventano. Un principio semplice, moderno, eppure complicatissimo da realizzare, soprattutto in Italia. In semifinale va la squadra migliore, basta guardare i numeri da record degli azzurri: 32 risultati utili consecutivi. Una striscia che è proseguita in una competizione vera, battendo nazionali forti, al culmine di prestazioni notevoli. Come anche ieri.

I capolavori

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Il doppio vantaggio ha messo il sigillo a un primo tempo sempre sotto controllo: Barella prima e Insigne poi hanno inventato due gol su cui sono impresse le loro firme. Quello dell’interista un concentrato di forza e tecnica, quello del napoletano il più classico del suo repertorio: tiro di destro a giro dove nemmeno il lunghissimo Courtois è riuscito ad arrivare. Per Barella e Insigne ora l’Europeo è finalmente sbocciato: le due perle hanno premiato non solo la partita notevole di ieri sera, ma sono cariche di promesse per il futuro. Per complicarci la vita Di Lorenzo ha commesso un’ingenuità su Doku (che ha sofferto dall’inizio alla fine) riaprendo così la partita quando sembrava già l’avessimo chiusa. Il Belgio è tenuto da De Bruyne, fenomeno assoluto, e da Lukaku a una quota da grande squadra a cui altrimenti non arriverebbe. Guardiola nel City ha trasformato il centrocampista nel tuttocampista più forte del mondo. Ha potenza, velocità, tiro, tecnica, assist: ha tutto, a livelli perfino sublimi. Se aveva un problema alla caviglia non se n’è accorto nessuno. La squadra di Martinez gioca un calcio semplice, molto efficace, che sfrutta la rapidità nei ribaltamenti dei suoi fuoriclasse a cui s’è aggiunto ieri Doku. Il primo posto nel ranking mondiale ha un senso ma l’Italia è stata superiore. Paghiamo al successo il tributo di un infortunio importante, perché Spinazzola è stato tra le sorprese dell’Europeo. Tuttavia quando un gruppo è in stato di grazia come lo è oggi quello azzurro, è in grado di venire a capo di qualsiasi problema.

L’ostacolo

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Adesso, tra loro e la finale, martedì prossimo c’è di mezzo la Spagna, che ha faticato moltissimo contro la Svizzera liquidata invece facilmente dall’Italia nel girone eliminatorio. Non c’è più quasi niente, se non qualche bagliore, dell’immensa Spagna che fu. C’è Luis Enrique in panchina però, che sa come si vince. La sua squadra è infatti lentamente migliorata nel corso del torneo, si vede la mano di un tecnico vero. Non ci sarà da scherzare. Ma l’Italia se saprà restare quella che è diventata, una squadra vera e unita, non ha nulla da temere. Londra, arriviamo. E vogliamo fermarci. Fino all’11 luglio.

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