Locatelli e Rabiot intoccabili ma… Juve, come cambia il centrocampo con Pogba

Il Polpo riparte dal disegno estivo della mediana a tre. Rispetto ad allora è caduto in disgrazia Paredes, ma l’ascesa di Fagioli ha portato una soluzione che oggi offre ad Allegri un’inedita abbondanza

Servirà del tempo per vedere Paul Pogba non solo entrare in pianta stabile nelle rotazioni di Allegri ma soprattutto per cominciare a immaginarlo come titolare fisso. Che serva pazienza lo dice in maniera chiara la parabola di Federico Chiesa, che è tornato a calcare i campi a novembre eppure ha ancora bisogno di essere gestito nell’impiego, dopo la lunga assenza. Però è naturale che il solo rientro in partite ufficiali di Pogba alimenti non solo le suggestioni ma anche i ragionamenti sul centrocampo Juve del futuro, anche a breve termine, adesso che ci sono tutti gli uomini a disposizione.

IL PIANO INIZIALE

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Nell’idea estiva la Juventus si sarebbe strutturata attorno a un centrocampo in cui di fianco a Pogba era previsto un assetto titolare insieme al connazionale Rabiot e a Paredes. Certo, era un 4-3-3 mentre le vicende della stagione hanno fatto virare Allegri verso il 3-5-2, con quel che ne consegue in termini di variabili che differiscono tra moduli diversi. Una su tutte, l’idea balenata in quell’unico tempo giocato da Pogba durante la tournée americana, di farlo avanzare in proiezione sulla trequarti, materializzando un 4-2-3-1 di fatto. Ma a parte questi e altri distinguo, quello che non è cambiato è l’idea base di un centrocampo “dispari”.

LA JUVE OGGI

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Rispetto ad allora come noto, e come dimostrato in maniera anche cruda dalle scelte del derby, Locatelli ha soppiantato Paredes al centro della Juve, portando forse qualcosa di diverso in termini di costruzione ma con un evidente contributo in termini di personalità e soprattutto di protezione della retroguardia, elemento strutturale delle certezze difensive che Allegri ha costruito. Resta invece inamovibile il posto in mediana di Rabiot, affermatosi a suon di prestazioni in questa che è la sua miglior stagione in carriera: in linea teorica poteva nascere un problema di compatibilità con Pogba, visto che entrambi prediligono il centro-sinistra, ma la prassi juventina (più dei trascorsi in nazionale, dove il modulo è diverso) ha dimostrato che ciascuno può muoversi senza snaturarsi qualche metro più in là rendendo possibile la convivenza, e la compatibilità.

LA VARIABILE FAGIOLI

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Ma il posto che Pogba torna a prendersi adesso, o comunque tornerà a prendersi gradualmente al crescere della condizione, Allegri ha trovato il modo di impiegarlo con profitto con altre soluzioni. Uscito di scena Weston McKennie, ridisegnate le attuali sporadiche apparizioni di Paredes più da mezzala che da regista, impiegato qui anche Miretti pure destinato più volentieri a missioni da incursore, la prima scelta Juve al momento è Nicolò Fagioli. O comunque lo è stato in pianta stabile fino a qualche partita fa, poi soppiantato un po’ da Miretti, un po’ da Paredes e un po’ da un fugace cambio di modulo, per riprendersi proprio col Torino il posto da titolare che nel frattempo aveva mantenuto in coppa.

GLI EQUILIBRI

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Per dire che oggi Nicolò Fagioli non è un uomo a cui si rinuncia a cuor leggero, “solo” perché rientra il titolare designato in estate. Innanzi tutto per ovvie ragioni di buon senso, come la citata necessità di gestire l’impiego di Pogba: averlo finalmente visto in campo non ha evidentemente nulla a che fare con immaginarlo come un elemento strutturale. Poi l’abbondanza non può essere un problema (è anzi il necessario criterio costruttivo) per una squadra come la Juve ancora impegnata su tre fronti. Poi ancora Miretti e Fagioli, per quanto ormai al livello degli altri anche nella considerazione interna, restano pur sempre ventenni (19 e 22 anni). E infine lo stesso Rabiot prima o poi dovrà pur riposare. Ma in questa Juve che nel frattempo ha dovuto imparare a camminare sulle proprie gambe, Pogba è una ciliegina. E che ciliegina.

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