Locatelli, con Motta per riconquistare la Juve: tre obiettivi dopo i fischi

TORINO – Far ricredere gli scettici per poter tornare protagonista prima in bianconero e poi in azzurro. Stasera inizia la stagione del rilancio per Manuel Locatelli, chiamato a vestire nella Juventus un ruolo nuovo in cui si tufferà con la speranza che la rivoluzione promossa da Thiago Motta possa aiutarlo a rinascere. Non a caso, il centrocampista è tra i giocatori che più hanno convinto il tecnico italo-brasiliano nel precampionato: grande disponibilità, atteggiamento giusto, tanta voglia di lavorare in un contesto diverso che, rispetto a prima, dovrebbe esaltare le sue caratteristiche. Non più regista basso, schierato davanti alla difesa, ruolo in cui lo aveva utilizzato Massimiliano Allegri, ma mezzala nel 4-1-4-1 o uno dei due centrali in un futuro 4-2-3-1, con la libertà di scambiarsi di frequente posizione con i compagni di reparto, di avanzare e andare al tiro. E anche il tipo di gioco offerto da Thiago Motta, basato sul possesso palla, dovrebbe essere sicuramente più congeniale a Locatelli che può tornare quel centrocampista totale ammirato sia nel Sassuolo di Roberto De Zerbi , dove è esploso, sia all’Europeo vinto con Roberto Mancini.

Locatelli vuole riconquistare i tifosi

Ammortizzata la grande delusione per essere stato escluso dall’ultimo Europeo, stasera contro il Como Locatelli è chiamato a rispondere anche a quei “tifosi” che lo hanno fischiato due settimane fa, nell’amichevole contro la Next Gen che si è giocata proprio allo Stadium. A dire la verità, sono stati in pochi, immediatamente zittiti dal resto dello stadio, che ha coperto i fischi con applausi, e poi dai compagni di squadra di Locatelli, che lo hanno difeso. Resta, tuttavia, un episodio poco piacevole, generato in quel momento da un errore del centrocampista nella gestione della palla, ma che ha radici nel passato, visto che Locatelli è reduce forse dalla peggiore delle sue tre stagioni nella Juventus, nonostante sia stato il secondo giocatore, dietro a Bremer, più impiegato da Allegri (e Montero) e nonostante la sua disponibilità a svolgere compiti non suoi.

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