Lobotka, da esubero a stella: il “cinghialotto” di Spalletti si prende il Napoli

Il centrocampista slovacco e la definizione scelta per lui dal tecnico. Dopo un periodo di adattamento non facile sta ritrovando la miglior condizione. Lo confermano l’ottima prestazione contro il Verona e le parole dell’allenatore nel post gara

C’è un dato statistico che forse più di tutti esalta la prestazione di Stanislav Lobotka a Verona: i 13 palloni recuperati. Più di tutti. Ma poi va anche visto come e dove li recupera perché spesso lo slovacco ‘accorcia’ in avanti leggendo l’impostazione avversaria e alzando subito il baricentro della propria squadra. In più palla al piede è riuscito a creare superiorità numerica, frutto di ottima tecnica e visione di gioco. Luciano Spalletti, che lo aveva adocchiato ai tempi del Celta Vigo (allora lo voleva all’Inter) esalta le doti del suo regista: “Lobotka a tratti mi è sembrato Iniesta, ha fatto una partita eccezionale. Lui porta la squadra ad avere la possibilità di andare ad attaccare negli spazi. Ha dato il ‘là’ a ripartenze importanti ed efficaci”.

cinghialotto e vizietto

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Il tecnico nell’esaltarne le qualità coniuga un epiteto che all’apparenza potrebbe sembrare quasi offensivo e invece è un ulteriore pregio: “Lui è un cinghialotto nel modo di stare in campo. Nel senso che si guadagna degli spazi e poi non lo prendi più”. Perché Lobotka è tarchiato e il suo baricentro basso lo rende spesso immune alle spallate avversarie. Tra l’altro ora sta prendendo gusto a segnare: “Il gol è di una qualità e una lucidità straordinarie. Anche l’anno scorso sul finale di campionato ha segnato così, ha fatto queste percussioni diverse volte”, sottolinea Spalletti.

dalle stalle…

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Quasi incredibile la parabola dello slovacco a Napoli. Arrivato nel gennaio 2020 come ‘erede di Hamsik’, diventò presto un mistero, perché l’esplosione della pandemia non aiutò il suo ambientamento e anche per una serie di problemi fisici che lo avevano portato sovrappeso. Poi nella primavera del 2021 il doppio intervento alle tonsille risultò una svolta. L’arrivo di Spalletti in panchina, che lo stimava da tempo, ha fatto il resto. E il tecnico che aveva avuto sempre come riferimento il cileno Pizarro in quel ruolo, oggi paragona il suo regista a Iniesta, alzando l’asticella. Rivalutato anche il lavoro del direttore sportivo, Cristiano Giuntoli: quei 20 milioni pagati al Celta Vigo sembravano tantissimi due anni e mezzo fa: oggi la valutazione di Lobotka è senz’altro superiore. Ma soprattutto la cosa più importante è che il Napoli abbia il suo centro di gravità permanente.

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