Lo sfogo della studentessa: “Mio padre preferisce la Roma alla mia laurea”. E sui social…

Marta, laureanda in biologia, ha parlato a Rai Radio2: “Vengo dopo la sua squadra di calcio”. Il dibattito divampa

Che a Roma si respiri da giorni tutta la tensione per la finale di Budapest è ormai cosa nota. Tra tifosi pronti a tutto per trovare un biglietto per la sfida contro il Siviglia che vale l’Europa League e quelli pronti a fare gli oltre 1200 chilometri che dividono le due capitali in macchina, c’è anche chi è alle prese con un mezzo dramma familiare. La storia di Marta sta facendo il giro dei social, scatenando un dibattito decisamente suggestivo.

Lo sfogo

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La ragazza si è infatti sfogata così su Rai Radio 2: “Mi chiamo Marta e vorrei raccontarvi una cosa che mi sta facendo rimanere male. Mercoledì mi laureo in biologia, ma mio padre non sarà alla cerimonia perché mi ha detto di aver trovato dei biglietti per la finale di Europa League tra Roma e Siviglia a Budapest. Per un uomo di 60 anni la laurea della figlia viene dopo la sua squadra di calcio”.

Il dibattito

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Parole riprese da diversi siti a cui sono seguite le risposte di tifosi e non tifosi. C’è chi si schiera totalmente dalla parte della ragazza: “Beh, il signore ha guadagnato un biglietto di sola andata per la casa di cura. Poi non piangete quando il calcio sarà l’unica cosa rimasta nella vostra vita perché siete dei mentecatti”, “Questa storia descrive alla perfezione l’uomo medio italiano”, scrivono alcuni. Ma c’è anche chi, come Massimiliano, interviene in scivolata a favore del padre: “Sicuramente tuo padre per farti laureare ha fatto dei sacrifici, ora è il momento che non rompi le scatole”, detto in termini meno pubblicabili… Non mancano gli attestati di stima: “Non amo la retorica epica sulle figure prodi e leggendarie… ma questo è un Eroe assoluto, punto”, twitta Filippo. E ValeGambo: “Il più grande Romanista dai tempi di Giacomo Losi”. C’è poi chi prova ad approfittare della situazione, come Marco: “Oh se poi papà sceglie la laurea, i biglietti posso sempre prenderli io…”.

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