Lite Nike-Cile, contratto rotto. E la Roja sostituisce il marchio con la bandiera

Nella partita di Copa America con la Bolivia, sul petto dei calciatori della Roja spuntava una bandiera cilena che prima non c’era. E il motivo è particolare: bisognava coprire il logo…dell’ex sponsor tecnico!

Il Cile, dopo il pareggio con l’Argentina di Messi, continua a fare benissimo in Copa America. Una competizione che evidentemente piace parecchio alla Roja, che nelle ultime edizioni ha sempre ottenuto risultati importanti, comprese due vittorie consecutive nel 2015 e nell’edizione del Centenario nel 2016. La vittoria contro la Bolivia, firmata…dall’inglese Brereton lascia la selezione guidata da Lasarte a pari punti con l’Albiceleste. Ma a far parlare non è stato tanto il match, quanto la maglia del Cile. Che, rispetto alla partita contro Messi e compagni, aveva decisamente qualcosa di diverso. E dopo qualche occhiata un po’ più attenta, la soluzione è spuntata sotto gli occhi di tutti: sul petto dei calciatori spuntava una bandiera cilena che prima non c’era.

CONTRATTO – Anzi, a ben vedere nella partita di esordio di questa edizione, in quel punto c’era in bella vista un logo della Nike. Dunque, la bandiera copriva lo stemma dell’azienda statunitense. Ma perchè? Lo spiega MundoDeportivo: il contratto che legava la nazionale cilena e la Nike è stato rotto unilateralmente da parte della multinazionale nordamericana. Un bel problema per le casse della federazione cilena, perchè l’accordo valeva sette milioni di dollari all’anno per i sudamericani. Ma ora è tutto saltato, motivo per cui il Cile non ha voluto indossare materiale “firmato” Nike neanche per una partita in più. E quindi al posto del baffo i magazzinieri del la squadra di Lasarte hanno applicato in fretta e in furia le bandiere.

PARTITE – A ben vedere, un qualcosa che ha portato fortuna. Ma non terminano le polemiche sulla decisione della Nike di interrompere la collaborazione con la nazionale cilena. Mundo Deportivo spiega che in teoria il contratto sarebbe dovuto durare fino ai Mondiali in Qatar del 2022, ma la multinazionale ha utilizzato la sua possibilità di recesso, motivandola con il fatto che la nazionale non aveva giocato il numero minimo di partite stagionali previsto dall’accordo. Tutto nella norma, se non fosse che, come fa notare la federazione cilena, non dipende tanto dalla Roja stessa, quanto dal fatto che le amichevoli e le partite valide per le qualificazioni mondiali sono state interrotte a causa della pandemia. E visto che la Nike non ha accettato questa motivazione, il Cile…ha mandato un messaggio.

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