L’Italia di Mancini squadra dell’anno. A Wembley ha fatto piangere gli inglesi

La mossa vincente di una squadra che incanta con un 4-3-3 offensivo è il doppio play: Verratti più Jorginho. Una Nazionale dove tutti sono titolari. Ora gli azzurri devono ritrovare lo stesso spirito per non mancare il Mondiale in Qatar

Gli altri azzurri corrono pazzi di gioia verso di lui, gli saltano addosso, gli tolgono il respiro. Soltanto allora Donnarumma si rende conto d’aver parato il rigore che vale un Europeo. Non è più il caso di andare dietro la porta aspettando il nuovo tiro, perché è finita. Gli inglesi con gli occhi in lacrime dicono tutto. Ha sbagliato Saka, forse è stato bravissimo il portierone azzurro: sia quel che sia, l’Italia è campione. A Wembley. Contro i padroni di casa e inventori del calcio. Contro l’Inghilterra che dopo il Mondiale del ’66 sperava di conquistare finalmente il secondo grande trofeo della sua storia. Ma c’era l’Italia di Mancini sulla sua strada. C’era la miglior squadra del 2021.

Le premesse

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È la notte dell’11 luglio quando gli azzurri sollevano la coppa nel cielo di Londra. Sono stati i più forti, i più bravi, i più visionari, anche un po’ fortunati, ma non esiste grande successo senza un minimo di buona sorte. Mancini l’aveva promesso: “Andiamo all’Europeo per vincere”. Non che non credessimo alla sua buona fede, ma una legittima diffidenza era comprensibile. Dopo il Mondiale del 2006 l’Italia aveva raggiunto la finale a Euro 2012 fisicamente a pezzi, ed era stata martoriata dalla Spagna invincibile dell’epoca. Quindi aveva perso il treno per Russia 2018. Non era andata meglio ai club: la Champions del Milan nel 2007 e quella dell’Inter del triplete nel 2010, nient’altro. Superati da inglesi, spagnoli, tedeschi.

Il decollo

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Giusto all’indomani dell’apocalisse russa l’incarico è andato a Roberto Mancini. Debutto il 28 maggio 2018 nell’amichevole vinta 2-1 con l’Arabia Saudita. L’inizio di un lungo viaggio con qualche problema iniziale, poi la marcia inarrestabile verso il successo. Mancini trova a fine 2018 la formula vincente. Sceglie definitivamente il 4-3-3 come sistema tattico, declinato però con formula offensiva: in fase di possesso l’Italia attacca con tre difensori, due centrocampisti e una linea di cinque attaccanti che comprende anche una mezzala e un esterno basso. La chiave è il doppio play (Verratti più Jorginho) che detta la manovra fatta di un palleggio insistito, ragionato e veloce nella circolazione del pallone. Inoltre il c.t. sceglie presto un blocco di titolari (Donnarumma, Bonucci, Chiellini, Spinazzola, Verratti, Jorginho, Barella, Chiesa e Insigne) ma non rinuncia al turnover: la bellezza di quest’Italia è che chiunque entra è perfettamente negli automatismi della squadra. Una dote da “grande” che si apprezza in particolare all’Europeo quando Di Lorenzo, Acerbi, Locatelli, Pessina, Berardi, Emerson, Cristante, Belotti e Bernardeschi subentrano senza problemi ai titolari ai quali si sono aggiunti Florenzi (subito infortunato) e Immobile (eletto centravanti dopo aver vinto il ballottaggio con Belotti). Una Nazionale di tutti titolari.

Il trionfo

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L’Euro viene rimandato di un anno per la pandemia e questo aiuta a creare la “squadra”. Fin dalla fase a gruppi l’Italia è impressionante: 3-0 alla Turchia nel debutto, 3-0 alla Svizzera e, già qualificati, un facile 1-0 al Galles con quasi tutti i titolari a riposo. La superiorità degli azzurri mette paura ai rivali. Ora siamo tra i favoriti. Nell’eliminazione diretta l’Italia dimostra di saper soffrire: vince quasi sempre ai supplementari e ai rigori. Batte 2-1 l’Austria negli ottavi dopo aver rischiato di uscire per un gol di Arnautovic in fuorigico millimetrico. Domina nei quarti il Belgio oltre il 2-1 finale giocando forse la gara più bella. Ha la meglio ai rigori in semifinale sulla Spagna (1-1), l’unica a giocare come noi, e ai rigori supera l’Inghilterra dopo essere andata sotto al 2′ con un gol lampo di Shaw. Non si arrende, comincia a cucire il suo gioco, pareggia con Bonucci e vince ai rigori un match da chiudere prima. Italia campione d’Europa. Italia che deve ritrovare se stessa per vincere i due playoff di marzo – contro Macedonia del Nord e una tra Portogallo e Turchia – per andare al Mondiale. Dove i campioni d’Europa non possono mancare.

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