L’ira ultrà, la fascia immeritata, il palo all’ultimo secondo: Chiesa, una notte stregata

Fede non demerita e sfiora nel finale il gol del pari in quella che potrebbe essere stata la sua ultima gara con la Fiorentina proprio mentre il tifo più acceso lo ripudia impedendogli di indossare la striscia in ricordo di Astori

Una notte stregata. Forse l’ultima della sua carriera alla Fiorentina. Per Federico Chiesa è andato tutto male, malissimo. Se la sognava assai diversa questa sfida con la Samp. A ridosso di un trasferimento alla Juve che pare ormai definito, Fede aveva ottenuto per scelta del club la fascia di capitano. Poteva essere un bel modo di salutare compagni, tecnico e – idealmente – tifosi dopo anni di gol e gioie in maglia viola.

serata no

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Ma quel bianconero alle porte (come per Roberto Baggio anni fa, come per Bernardeschi nel recente passato) ha fatto infuriare ancora una volta il tifo gigliato. Che avrebbe preteso e ottenuto dal club di non far indossare la fascia del Capitano con la c maiuscola – quella di Davide Astori – ma di fargli mettere una anonima fascia firmata Lega Serie A, senza quel valore affettivo e simbolico che per il popolo viola rappresentano le iniziali (DA) del giovane capitano morto due anni e mezzo fa e gli stemmi dei 4 quartieri storici di Firenze. Chiesa poi gioca, non demerita e sfiora anche un gol da un punto all’ultimo secondo, culmine della iella di una serata nata storta e finita peggio. Perché a far festa al triplice fischio è la Sampdoria di Ranieri e a Chiesa restano solo le scorie di una splendida avventura che forse sta per finire nel peggiore dei modi.

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