L’ira del popolo nerazzurro si scatena sui social: gira l’hashtag #SuningOut e nel mirino pure Lukaku

Cori e striscioni durante l’amichevole al Tardini sono stati solo l’inizio: sul web prosegue la contestazione al presidente Zhang e a Lukaku

Una frattura netta, di quelle che difficilmente si potrà risanare. Da una parte i tifosi e gli appassionati nerazzurri scossi da sentimenti di rabbia e sconcerto, dall’altra la proprietà che porta avanti lo smantellamento della rosa campione d’Italia nel silenzio assordante. A fotografare la turbolenta realtà in cui si è ritrovata l’Inter in quest’estate di dolorose cessioni e sacrifici non programmati (per lo meno non in questi termini) è il popolo del web, che continua a far sentire la propria voce a botta di tweet e hashtag dal comune denominatore: tutti contro Suning e il presidente Zhang, vale a dire gli artefici del brusco ridimensionamento tecnico consumatosi con gli addii di Conte, Hakimi e Lukaku.

Per contro, l’appoggio e il sostegno nei confronti di tecnico e giocatori è pressoché unanime. Così come quello verso la dirigenza, l’a.d. Marotta e il d.s. Ausilio su tutti, anch’essi obbligati a subire le mancate promesse della proprietà e costretti a fare buon viso a cattivo gioco.

rabbia in tendenza

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I cori e gli striscioni contro il presidente Zhang hanno fatto da cornice permanente all’amichevole giocata ieri sera al Tardini contro il Parma. “Passeranno i giocatori, le annate e società, ma noi siamo sempre qua. F… a Zhang”, si è più volte ascoltato sugli spalti del Tardini. La Curva Nord ha chiaramente individuato i colpevoli e l’ha fatto capire senza mezzi termini, anche con toni aggressivi e offensivi. Gli stessi che, dopo la contestazione dal vivo, si sono moltiplicati sui social. La gogna del web ha travolto anche Lukaku, che staziona tra i trending topic ormai da quattro giorni. Il silenzio del belga e la decisione di togliere le tende pochi giorni dopo aver dichiarato amore e fedeltà alla maglia nerazzurra configurano un tradimento troppo doloroso per chi aveva fatto di Big Rom il nuovo totem e simbolo dell’Inter scudettata.

bersaglio chiaro

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“Via da Milano”. “Giù le mani dall’Inter”. “Traditori senza vergogna”. Sono solo alcuni dei messaggi al vetriolo indirizzati a Suning e al presidente Zhang, presi di mira su twitter attraverso un hashtag (#SuningOut) che da giorni resiste in tendenza. Dopo la vittoria di ieri sera sul Parma grazie alle reti di Brozovic e Vecino, sono stati poco meno di diecimila i tweet di ripudio nei confronti della proprietà. Molti di questi dai toni rabbiosi e minacciosi, specchio di una situazione divenuta quasi insostenibile. Il silenzio del presidente Zhang viene interpretato dal popolo nerazzurro come un ulteriore segnale di disinteresse verso chi quei colori li ama ed è comunque disposto a difenderli a prescindere dal progetto tecnico.

i baluardi

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Per contro, tifosi e appassionati si stringono attorno al tecnico, ai giocatori e a quella parte della dirigenza che ha dimostrato di mal digerire lo smantellamento in atto. Solo parole d’affetto e incoraggiamento per Inzaghi e soprattutto per quei campioni rimasti, a partire dai campioni estivi Bastoni, Barella e Lautaro: “Uniti attorno al mister”, “stretti attorno a chi dimostra rispetto per la maglia”. Tutti messaggi che danno la cifra del sostegno accordato alla squadra in un momento così incerto e critico. E che la dicono lunga sulla frattura in corso nell’universo nerazzurro, di cui il Tardini ha dato un primo assaggio. La prossima uscita, quella contro la Dinamo Kiev il 14 agosto, promette un clima altrettanto ostile, mentre sul web brucia la rabbia.

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