Lippi: “Mi rivedo in Gattuso. Pirlo? Sa comunicare con i campioni, perché lui lo era”

Il c.t. campione del mondo 2006, con l’aiuto di Fabio Cannavaro, collegato dalla Cina, e con i videomessaggi di Andrea, Rino, Oddo, Grosso, Zambrotta(oggi suoi colleghi), rievoca quella pagina indelebile di sport. Ma non solo…

Sono passati più di 14 anni ma ripercorrere quei 40 magici giorni è sempre un’emozione. Anche per lui che, come anticipa Fabio Licari nel presentarlo, quel gruppo lo ha forgiato e di cui è stato il leader. Marcello Lippi sul palco del Festival dello Sport ha rivissuto la sua carriera e in particolare il Mondiale 2006, tra aneddoti e riflessioni e quell’anticipazione nella prima intervista alla Gazzetta, titolata con “Sono qui per vincere il Mondiale”. Promessa mantenuta. E ricordi indelebili, rievocati con l’aiuto di Fabio Cannavaro, collegato dalla Cina, e con i videomessaggi proprio dei suoi ragazzi. Pirlo, Gattuso, Oddo, Grosso, Zambrotta: sono stati i suoi giocatori, ora sono “colleghi”.

l’elogio di ringhio

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“Gattuso è l’allenatore in cui mi rivedo maggiormente. Quando si parla di Rino tutti pensano a grinta, cattiveria, rabbia, agonismo. Invece è uno che fa giocare bene le sue squadre. Poi ha un modo di gestire la squadra che somiglia al mio. Per Pirlo c’è una sola parola: talento. Lo ha sempre avuto, ce l’avrà anche da allenatore: ha idee moderne, ma soprattutto ha una qualità ancora più importante per la Juve, la capacità di comunicazione, soprattutto verso calciatori di quel livello, perché lui lo era. Se le cose non andranno bene, sicuramente non sarà perché Pirlo non ha fatto esperienza con i giovani. È come Zidane, il giocatore più forte che ho allenato: anche lui ha la capacità di comunicare, di entrare nella testa dei giocatori, è questa la grande qualità degli allenatori. Non si vince perché si fa bene il pressing o i raddoppi di marcatura, ma se si convince i grandi calciatori ad aiutarsi”. E lui ne ha avuti tanti, oltre a Pirlo e Zidane. Totti, per esempio: “Si fece male a febbraio. Io ero a casa a vedere le partite, vedo l’infortunio e alle 4.30 di notte mi metto in macchina. Alle 9 ero a Villa Stuart dove Francesco era stato operato. Si vede che era destino che non giocassi il Mondiale, mi dice lui sconsolato. ‘E questo chi te l’ha detto?’ gli risposi io. Tu al Mondiale ci vieni. E per lui fu una carica eccezionale”. Ecco come si crea un grande gruppo.

zambro terzino

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Dal palco del piccolo Strehler anche aneddoti divertenti. Zambrotta ringrazia Lippi per averlo trasformato in terzino e l’ex c.t. racconta: “Avevo lui e Camoranesi all’ala, uno dovevo sacrificarsi, avevo già deciso per Zambro, li convocai entrambi e Gianluca mi disse, ok ci provo io. Da quel giorno, si allenò con 300 cross al giorno di sinistro…”. Poi la semifinale con la Germania, anticipata dai… lati b mostrati alle presunte spie tedesche sistemati (forse) nella pineta vicina al campo di allenamento, e chiusa con 4 attaccanti in campo: “Quando faccio entrare Del Piero, Cannavaro si girò verso Buffon: ma il mister è diventato matto?”. E la finale: “Sapevo che avremmo vinto, ce la meritavamo. Toccava a noi”.

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