L’Inter si rilancia a Empoli: vince 2-0 e ritorna a -7 dal Milan

I nerazzurri tornano alla vittoria dopo il punto raccolto tra Lazio e Juve. Decidono D’Ambrosio e Dimarco. Ad inizio ripresa espulso Ricci

L’Inter reagisce nel modo migliore alla beffa via Var contro la Juve. A Empoli serviva vincere per non perdere altro terreno dalla vetta, D’Ambrosio e Dimarco provvedono. Una gara di sostanza (facilitata dal rosso a Ricci a inizio ripresa), tanto che dopo oltre due mesi Handanovic torna a tenere inviolata la porta. Per i fronzoli ripassare più tardi. La sensazione è che l’harakiri contro la Lazio abbia segnato una svolta anche nell’atteggiamento della squadra, ora meno sbilanciata e più solida. Dopo essere stati per una notte a -10 dal Milan, ora i nerazzurri devono battere l’Udinese e tifare Mourinho per apparecchiarsi un derby di fuoco, il 7 novembre.

Le scelte

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Turno infrasettimanale chiama turnover. Andreazzoli tiene in panchina Haas e punta su Zurkowski, con Bajrami dietro alla coppia Cutrone-Pinamonti. Inzaghi (in tribuna per squalifica) fa riposare due intoccabili come Skriniar e Dzeko a favore di D’Ambrosio e Sanchez, entrambi all’esordio dal 1′. Dimarco prende il posto di Perisic, Gagliardini quello di Calhanoglu. In attacco guida Lautaro.

Primo tempo

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L’avvio è un film già visto per i campioni d’Italia in trasferta. Come a Verona, Firenze e Reggio, l’avversario azzanna la partita e l’Inter fatica ad allentare la pressione, sporcando troppe uscite. Anche perché Brozovic, la fonte del gioco nerazzurro, ormai viene marcato come se fosse Lewandowski. L’Empoli spinge anche con i terzini: Parisi innesca subito l’ex Pinamonti, chiuso bene da Bastoni; Stojanovic scalda i guantoni ad Handanovic, salvato poi da D’Ambrosio che si immola su Luperto, lasciato solo a centro area e libero di controllare e calciare. Solo a metà frazione Dimarco bussa con un mancino smanacciato da Vicario. Non appena i padroni di casa abbassano il ritmo però D’Ambrosio (che rischia per un contatto in area su Bajrami) diventa decisivo anche nell’area opposta. Al 34′ rompe la ripartenza, serve Sanchez e si inserisce beffando Vicario con un colpo di testa sulla pennellata morbida del cileno. Il gol, meno facile di quanto sembri perché la palla era molle ed è servita una gran frustata, è una mazzata per Bajrami&C. e gasa gli ospiti, che nel finale di tempo diventano arrembanti con Barella che si decide a cambiare marcia. Se il palo dell’azzurro era viziato da fuorigioco, Sanchez e Lautaro vanno vicini al 2-0 sempre su azioni innescate dalla sinistra, con Dimarco protagonista.

Secondo tempo

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Nessun cambio nell’intervallo, ma stavolta l’Inter esce dai blocchi più convinta e al 51′ va in vantaggio anche di un uomo. Chiffi infatti mostra il rosso diretto a Ricci per un’entrata scomposta su Barella. Andreazzoli tampona con Haas, ma non toglie una punta bensì Bajrami e resta in piedi solo perché Sanchez segna in fuorigioco sulla stoccata di Darmian, che poi crossa per Gagliardini, il quale a colpo sicuro di testa centra il palo. Il miracolo di Vicario su Lautaro e il diagonale di Brozovic a fil di palo certificano il dominio interista. Il tempo di pensare che però certe gare una grande squadra le chiude che Dimarco sul secondo palo scarta la caramella del Toro e al 66′ fa 2-0. Andreazzoli ne cambia tre in un colpo (fuori Cutrone, Bandinelli e Zurkowski per Mancuso, Asllani ed Henderson), mentre Inzaghi risparmia il finale all’ammonito Brozovic – al solito monumentale per come taglia e cuce – e a Sanchez con Vecino e Correa. Entra solo nei minuti finali Dzeko, che sarà fondamentale nei prossimi dieci giorni per il tris Udinese, Sheriff e Milan.

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