L’Inter si aggrappa al Toro: una prova da 9 prima dello sprint per il rinnovo

L’argentino già decisivo contro il Parma nell’ultima partita da “erede” di Icardi. Senza Lukaku dovrà essere anche leader

Aggrappati al… Toro. Che in fondo non è neanche una soluzione di emergenza, letta così. Quante volte l’Inter si è lasciata trascinare dai gol e dalla verve di Lautaro Martinez nell’ultimo anno? Tante, anche se è stato molto spesso il quadro completo a rivelarsi letale, con la forza d’urto di Lukaku a creare spazi per l’argentino. La LuLa ha regalato tanti momenti di gioia al popolo nerazzurro nel primo anno di Conte. Oggi però Lukaku non ci sarà e a San Siro arriva la bestia nera Parma. Ammessi gli scongiuri, ma l’Inter non batte gli emiliani in casa dall’aprile 2013. E gli ultimi due incroci sono stati quasi da incubo, con la sconfitta firmata da Dimarco prima – scuola Inter – e il pari della scorsa stagione in cui fu decisivo uno straripante Karamoh. Ma se il Parma evoca fantasmi nella testa di tanti interisti, per Lautaro la questione diversa. Più che dolci ricordi, sono momenti decisivi che hanno segnato la sua avventura all’Inter. A Parma Lautaro decisa la sfida del febbraio 2019 con guizzo di potenza e precisione su assist di Nainggolan. Fu l’ultima Inter con Icardi capitano e l’ultima volta in cui Lautaro entrò in campo con la sensazione di essere soltanto una alternativa a Maurito.

ultimo step

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Da Parma al Parma, sembra passata un’eternità perché quel ragazzo che usciva dalla panchina per cercare di mettersi in mostra oggi è un uomo maturo che sta per diventare padre e che cerca di scendere a patti con la propria frustrazione, ultimo step di crescita necessario sulla strada che porta ai migliori attaccanti del mondo. Lautaro è apparso molto nervoso a Genova, tanto da prendere a pugni il campo dopo la sostituzione di Marassi: “Mi sono arrabbiato con me stesso perché non ho fatto la gara che volevo, poi l’emozione ha influito, sono fatto così, mi è uscito da dentro”. Controllare i nervi è passo necessario per un leader tecnico designato, a maggior ragione nelle prossime gare, dove il peso dell’attacco dell’Inter sarà tutto sulle sue spalle. Una sfida che in passato il Toro ha accettato volentieri, dimostrando di avere carisma e personalità oltre a un bagaglio tecnico da primo della classe.

giorni importanti

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Quella di oggi sembra una vera prova del nove per Lautaro, chiamato a guidare l’attacco nerazzurro con un carico enorme di responsabilità. Quelle poche volte che Lukaku non è stato a disposizione e che Conte ha deciso di dare al belga un turno di riposo, accanto al Toro in avanti c’era spesso Alexis Sanchez. Successe anche a Barcellona un anno fa, in Champions. E i due insieme furono autori di una prova ottima. Stavolta anche il cileno sarà out, così l’Inter e Conte saranno costretti a chiedere al Toro gli straordinari. Una bella sfida per l’argentino, proprio alla vigilia di un mese chiave per il suo rinnovo con i nerazzurri. L’Inter infatti ha fretta di sedersi a un tavolo con l’entourage del Toro per trovare un’intesa sul prolungamento – e tanto atteso adeguamento – del contratto dell’attaccante, che vorrebbe un trattamento da top player anche per eliminare la clausola rescissoria da 111 milioni che in estate ha avuto una funzione di uno scudo per il club. Per intenderci, Lautaro oggi guadagna intorno ai 2,5 milioni a stagione e vorrebbe andare a raddoppiare il suo ingaggio, magari cercando di ottenere anche qualcosina di extra con i bonus. Le parti sono in contatto da tempo, ma è adesso che inizia davvero la partita per il nuovo contratto. Di sicuro, c’è la voglia di tutti di proseguire insieme: Lautaro sa che l’Inter è un top club che può garantirgli la ribalta internazionale e un ruolo da protagonista che altrove – vedi Barcellona – dovrebbe conquistarsi col tempo. Mentre Zhang, Marotta e Ausilio sanno di avere in casa un attaccante destinato ad entrare presto nell’Elite del calcio mondiale. Lautaro ha solo 23 anni, ha una carriera davanti ma intanto è già finito nelle grazie di Messi, con cui ha legato durante gli impegni con l’Argentina. Con la Seleccion viaggia su livelli realizzativi impressionanti: 10 reti in 19 presenze, le 7 in 11 gare con l’U20. Nell’Inter sono 33 i centri in 91 apparizioni. Ma la media gol si è impennata da quando è arrivato Conte, che lo ha messo al centro di tutti. Oggi il Toro avrà l’occasione di ringraziarlo.

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