L’Inter ne prende due dal Real e finisce seconda. E quel rosso a Barella…

Ottimo primo tempo dei nerazzurri, bucati però da Kroos. Poi crescono gli spagnoli (raddoppio di Asensio) e l’azzurro si fa cacciare per una reazione su Militao. Salterà almeno l’andata degli ottavi

Una serata, quella della prima volta al Bernabeu dopo il trionfo del 2010 sul Bayern, che prometteva bene si chiude invece con una doppia delusione per un’Inter bella per un’ora scarsa ma poco concreta. Il Real Madrid (8 successi di fila nella Liga) vince con i gol di Kroos e Asensio e blinda il primo posto mentre Inzaghi si dispera per aver perso Barella almeno nell’andata degli ottavi di febbraio. Il rosso (severo) per un tentativo di reazione su Militao potrebbe infatti costare a capitan futuro anche due turni. Lunedì nell’urna di Nyon ci saranno soltanto avversarie da brividi. Le meno peggio? Ajax e una tra Lilla, Salisburgo, Siviglia e Wolfsburg, che giocano domani nel girone più equilibrato.

Primo tempo

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Ancelotti rimpiazza l’infortunato Benzema con Jovic, ai cui fianchi si muovono le schegge Rodrygo e Vinicius. Inzaghi ripropone l’Inter che ha strapazzato la Roma, con Lautaro al posto di Correa. Vinicius prova una fiammata prima che l’Inter prenda in mano il pallino alternando il pressing alto a ripartenze spesso pulite. Brozovic vuole festeggiare l’imminente rinnovo ma per due volte non trova lo specchio per poco. Perisic invece va a colpo sicuro sull’assist dal fondo di Dumfries, ma Carvajal lo mura sul dischetto del rigore. Il problema è che come all’andata il Real si rivela maestro di cinismo e al primo tiro fa gol con un tracciante mancino da fuori di Kroos, complice la libertà concessagli da Barella che legge male il passaggio orizzontale di Carvajal. L’Inter non fa una piega e riparte con Dzeko (anche lui murato), Perisic (Alaba in angolo) e Lautaro (sinistro al volo alto su babà di Barella) e ancora Dzeko (di testa su cross di Perisic, Courtois la blocca). Il Real si difende come una provinciale e non è facile capire dove finiscano i meriti della squadra di Inzaghi e dove inizino le mire di Ancelotti, che chiama fuori l’avversario per infilarlo in contropiede. Tanto che al 29′ ci vuole una magata difensiva di Brozovic sulla sgasata di Vinicius e che Jovic (fino a qui un fantasma) non trovi la porta di poco sul cambio gioco del solito Carvajal. Ma nel mezzo c’è un palo esterno di Perisic modello Napoli (spizzata sul primo palo da corner di Calha, il meno convincente con Lautaro) e un’Inter che asfissia Modric, Casemiro e Kroos in mezzo al campo. I bianchi però negli ultimi 20 metri difendono bene e in quota svettano Militao e Mendy. Eppure il palo che avrebbe forse chiuso il match lo prende Rodrygo (sempre a segno contro i nerazzurri), a suggellare un primo tempo in cui gli ospiti hanno il 58% di possesso palla, 6 corner a 0 e 12 tiri a 5.

Secondo tempo

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Inzaghi a inizio ripresa si gioca la carta Dimarco al posto di Dumfries, con D’Ambrosio che si alza, Bastoni centrale e Skriniar braccetto di destra. Il copione però sembra non cambiare: l’Inter aggredisce e spreca. Al 48′ Barella non trova la porta da ottima posizione sull’assist di Calha e bel velo di Lautaro. Col passare dei minuti però la mediana di Ancelotti inizia a ingranare, aumenta la pressione spagnola e i nerazzurri non riescono più ad aggredire e soprattutto ad uscire con palloni puliti. Tanto che allo scoccare dell’ora Inzaghi fa un triplice cambio che sa un po’ di gestione delle forze ma anche di resa. Escono infatti Brozovic (Barella passa al centro), Calha e Dzeko per Vecino, Vidal e Sanchez. Due minuti dopo però la partita gira con un episodio che potrebbe anche condizionare l’ottavo di finale interista di febbraio. Barella infatti viene spinto sui tabelloni pubblicitari da Militao e ha una minima reazione, cercando di dare un colpo sul polpaccio dell’avversario. Con l’aiuto del Var, Brych ammonisce il brasiliano ed espelle l’azzurro, che – beffa delle beffe – per condotta violenta potrebbe anche prendere due turni di squalifica. Inzaghi corre ai ripari con Gagliardini per Lautaro, Ancelotti risponde con Camavinga (decisivo all’andata) per Casemiro. Dimarco fa il solletico a Courtois, Rodrygo chiama Handanovic a un intervento non banale. Entrano Mariano Diaz, Valverde e Asensio (benedetta abbondanza) e quest’ultimo al 79′ azzecca il sinistro magico che dal limite prende il palo interno e poi va in buca. Skriniar avrebbe la palla buona, ma non angola il colpo di testa. Sipario.

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