L’Inter ha in mano Mkhitaryan, ma se la Roma rilancia…

Il centrocampista armeno in scadenza ha trovato l’intesa con i nerazzurri: c’è fiducia, ma ci sono ancora i margini per una controfferta giallorossa. Si decide in tempi brevi

Henrikh Mkhitaryan sta vivendo tutto lo spettro delle umane emozioni: la delusione per l’infortunio che gli ha tolto la finale di Conference sul più bello, la gioia per l’ennesimo trofeo della carriera, lo stupore per la marea gialla e rossa attorno al pullman su cui ballava ieri, ma pure l’attesa per la nuova vita che potrebbe iniziare lontano dalla Capitale. L’armeno 33enne è vicino a diventare il perfetto parametro zero su cui l’Inter affonderà i denti in questo mercato estivo: è talentuoso, esperto, abituato a navigare in tutti i mari europei. E, soprattutto, è gratis, dettaglio decisivo in questa fase storica. Non l’unica occasione tra gli svincolati, certo: il piatto più prelibato resta pur sempre Paulo Dybala, l’obiettivo numero 1 per la riscossa contro il Diavolo scudettato. Mkhitarayan non avrebbe forse lo stesso sapore per i tifosi nerazzurri a caccia di rivincita, ma sazierebbe comunque gli appetiti iniziali di Inzaghi. Proprio per questo, sul centrocampista di Mourinho i nerazzurri hanno fatto passi rapidi e velocissimi, sfruttando le difficoltà dell’armeno nel trovare un accordo definitivo sul rinnovo: il 33enne ex United e Arsenal vuole salire oltre i 3,5 milioni del contratto che scade il 30 giugno. Nelle settimane scorse a Trigoria tutto è scivolato avanti, in base alla decisione dei Friedkin di spostare le decisioni sui rinnovi a fine stagione.

Palla a Micki

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L’Inter sì è quindi infilata nel giusto intervallo temporale e, di fatto, ha trovato un’intesa che accontenta le pretese del giocatore: si ragiona attorno ai quattro milioni per due stagioni, con bonus abbastanza facili che potrebbero pure far lievitare più su lo stipendio. La palla passa adesso a Mkhitaryan, unico arbitro del suo destino. Fino a ieri pareva davvero vicino a dire l’ultimo, definitivo sì all’attivissimo duo di mercato nerazzurro: l’a.d. Beppe Marotta e il d.s. Piero Ausilio hanno, infatti, tenuto i contatti con Rafaela Pimenta, l’avvocatessa che ha ereditato l’impero di Mino Raiola e che ha proposto l’armeno a tempo debito. Se quel sì di Henrikh, però, non è ancora arrivato in via definitiva è perché, in fondo, esistono ancora dei margini per una offensiva romanista. Vuoi per l’entuasiasmo del successo europeo, vuoi per il pressing di Mourinho che lo considera altamente strategico, i giallorossi sarebbero pronti a uno sforzo in più. A un rilancio su cifre simili, un biennale da 4 netti comprensivi di bonus. Se la mossa del club giallorosso sia stata tardiva, lo si capirà in tempi piuttosto rapidi. Insomma, vedremo presto se quella di mercoledì a Tirana sarà stata l’ultima partita di Mkhitaryan con la maglia giallorossa. 

Quanti ruoli

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Nonostante ci sia sempre il rischio che l’armeno cambi idea, soprattutto ieri in casa nerazzurra è cresciuta la fiducia sul lieto fine. Pare che la possibilità di giocare la Champions possa orientare la decisione, ma ha un valore anche il progetto tattico che Inzaghi gli ritaglierebbe addosso. Di Mkhitaryan si è discusso a lungo nel vertice di martedì scorso nella sede di viale della Liberazione e tutti, presidente Zhang compreso, hanno concordato sull’importanza di questa opportunità per il futuro prossimo. Nell’ultima stagione la mediana di Simone è stata, infatti, spremuta oltre ogni limite, anzi proprio l’assenza di riserve all’altezza nel reparto ha inciso sulla dolorosissima beffa scudetto. Per questo il tecnico pensa a un centrocampo con quattro titolari autentici e riconosciuti: l’armeno prenderebbe numericamente il posto di Vidal, ma almeno in partenza garantirebbe un rendimento molto superiore. Più nel dettaglio, il giallorosso potrebbe occupare tutte le caselle della mediana, perfino quelle a cui è meno abituato. Mou con lui flirtava poco ai tempi del Manchester United, ma a Roma lo ha messo nella prima linea dei pretoriani al punto da schierarlo addirittura come regista in certe occasioni: si sa, in nerazzurro dietro a Brozovic c’è stato quasi sempre il vuoto.

Sospeso

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“Micki”, però, potrebbe occupare con più facilità il posto delle mezzali: quello di Nicolò Barella sul centrodestra ma, soprattutto, quello di Hakan Calhanoglu dall’altro lato. Sarebbe un armeno che prende il posto di un (compagno) turco, un piccolo modo per superare ferite della storia: tra i due popoli non scorre buon sangue da oltre un secolo, a separarli un milione e mezzo di morti. All’occorrenza, poi, lo si potrebbe pure avvicinare alle punte per fare il lavoro che (a tratti) quest’anno ha tentato Correa: la sua carriera dice che sa galleggiare tra i due reparti e infilarsi per il tiro. Di certo, qualunque sarà la decisione prossima, l’armeno vuole dimostrare di valere ancora il calcio di alta fascia e pazienza per gli ultimi guai di salute: non giocava dal 28 aprile, dall’andata della semifinale col Leicester, per una lesione di secondo grado al flessore della coscia destra e aveva accelerato pur di esserci a Tirana. Evidentemente troppo, visto il nuovo infortunio. Qualche burlone su Wikipedia lo ha già dichiarato «calciatore dell’Inter», ma per ora Mikhitaryan è solo un talento sospeso tra due pianeti diversi. È molto vicino al nerazzurro, ma non troppo lontano dal giallorosso.

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