L’Inter ha i suoi maestri: Calha re degli assist, il bomber Brozo ci prende gusto

Nessuno meglio del turco in Serie A: dai suoi passaggi sono nate 10 reti. Marcelo ha concesso il bis dopo il gol allo Spezia

Te la canti e te la suoni, con due così. Il signor assist e il presentatore di ogni serata che si rispetti. Con chi andarsi a prendere il primo posto, in fondo, se non con chi dal Milan è scappato scegliendo l’Inter, e con chi il nerazzurro l’ha risposato quest’anno, quando le occasioni per farsi coinvolgere da altre sirene erano ovunque? Benvenuti, anzi bentornati perché mai se ne sono andati, nel magico mondo di Calhanoglu e di Brozovic. Qui dentro troverete tutto quello di cui avete bisogno. Con loro, per Inzaghi, è un po’ come entrare in un centro commerciale: all’ingresso hai in testa di acquistare giusto una cosa, quando te ne vai ha le buste piene e un sorriso grande così.

L’Inter ha un cuore enorme, questa è la verità. Ma senza cervello puoi godere un momento, non per la vita o un campionato intero. Calhanoglu, con i due di ieri, è arrivato in doppia cifra come numero di assist in campionato: siamo a 10, in passato tra i nerazzurri solo Stankovic e Candreva ci sono riusciti. Nessuno ha fatto meglio di lui, in Serie A. È un costruttore di gioie altrui, il turco. Immagina corridoi liberi dove altri percepiscono traffico: non facesse il numero 20 dell’Inter, forse sarebbe un vigile urbano. “Libertà che ho nelle vene, libertà che m’appartiene”, cantava l’interista Califano. La libertà di Calhanoglu è figlia di un modo di giocare che Inzaghi gli ha cucito addosso. È la faccia scudetto. È entrato in tutti e i tre gol nerazzurri: quello dove non trovate scritto assist… ecco, non fatevi ingannare, l’ha letteralmente costruito lui andando a sradicare un pallone dai piedi di Pellegrini e poi innescando Perisic. Nella sua partita c’è stato tutto, pure il duello a distanza con Mkhitaryan – un turco contro un armeno – che aveva persino risvolti che nulla c’entrano con lo sport: per conferma, riguardare lo scontro tra i due sul finire della partita. Calha a tutto tondo, dunque. Pressione? Pressione a chi? Semmai, motivazione. Per lui, vincere lo scudetto contro il Milan che ha mollato scegliendo l’altra parte di Milano, è quasi una questione d’onore. Ecco perché ieri aveva una marcia in più.

La marcia in più di Brozovic, invece, non si pensava neppure esistesse. È sempre andato a mille all’ora, adesso ha scoperto pure il gusto di segnare: prima di La Spezia aveva dovuto aspettare un anno, per una rete in campionato. Adesso è alla seconda consecutiva. Perché i leader fanno così, quando le partite pesano, vengono fuori: non li aveva mai segnati, due gol consecutivi in Serie A. E lo stesso Inzaghi lo ha applaudito a fine partita: “Sicuramente Marcelo può essere un fattore anche nelle aree avversarie: è importante per noi e ci sta dando grandi risultati”. Brozo ha scelto il momento giusto, proprio il timing del presentatore della serata: signore e signori, l’Inter è questa roba qui. Antonio Conte un giorno si mise a ridere, quando gli chiesero di provare anche solo per un attimo a entrare nella testa di Brozo. Ma lasciate stare, non perdete tempo. Non serve capirlo, Marcelo. Basta solo ammirarlo. L’Inter con lui è tremendamente lineare, coerente con se stessa. Inzaghi, terrorizzato dall’idea di perderlo anche solo per una partita, ieri gli ha risparmiato il finale, a risultato acquisito: c’era il rischio di un secondo giallo da schivare, e pure qualche energia da risparmiare. E sì che le energie servono: l’Inter ha 540′ ancora da gestire tra campionato e coppa, senza margini di errore. Meglio blindarlo, questo magico mondo di mezzo, lì dove un croato e un turco dettano legge.

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