L’Inter e il bunker dietro: dopo un girone il mondo si è capovolto

Nelle prime otto giornate dell’andata solo una volta Handanovic non ha subito gol: nelle ultime sette, ne ha incassati due. Nel frattempo il valore economico dei difensori aumenta…

Numeri da aggiornare, di giornata in giornata. L’Inter ha superato anche il crash test Atalanta, con l’ennesima prova maiuscola dietro: porta inviolata contro la squadra capace di segnare 60 gol in campionato, settimo clean sheet nelle ultime nove giornate. Solamente due le reti subite negli ultimi 810’ (più recuperi): la deviazione di Escalante su punizione di Milinkovic-Savic e la rete di Hernani nella penultima uscita. Il bunker costruito da Conte è oggettivamente impressionante: qualcuno storce il naso, il tecnico ghigna e vola verso lo scudetto.

Mondo capovolto

—  

Ci si potrebbe fermare alla frase abusata “con le difese si vincono i campionati”. Peccato, per l’Inter, che al termine dello scorso campionato i nerazzurri avessero la miglior retroguardia (e il secondo miglior attacco, dietro l’Atalanta) ma il tricolore restò a Torino. Ruoli ribaltati in questa stagione: la Juve è la squadra con meno gol subiti (21, contro i 25 dei nerazzurri), ma in testa e con un ampio vantaggio ci sono i rivali di sempre. I numeri vanno interpretati e bisogna fare un passo indietro, tornando alle prime uscite stagionali dell’Inter: una sola porta inviolata, contro il Genoa, nelle prime otto giornate. Mondo capovolto dalle scelte di Conte, che dopo aver provato a intraprendere una strada fatta di pressione a tutto campo e gioco più offensivo ha abbottonato i suoi. Grazie ai big three dietro, Skriniar-De Vrij-Bastoni: lo slovacco ha saltato quattro delle prime sei partite di campionato e ora si è riscoperto anche bomber; senza l’ex Atalanta, contro Benevento, Milan e Parma a inizio stagione, l’Inter ha subito cinque gol in tre partite. Atteggiamento e uomini: l’universo dietro è ribaltato. E il bunker ora sembra inespugnabile

I singoli

—  

L’unione fa la forza e aumenta anche il valore dei singoli. Skriniar in estate sembrava a un passo dal Tottenham dopo una stagione di alti e bassi (ad agosto, in Europa League, lo slovacco era stabilmente in panchina), ma negli ultimi mesi il suo rendimento è lievitato. De Vrij è una garanzia da diverso tempo, è arrivato a parametro zero dalla Lazio ed è un imprescindibile per la capolista. Bastoni non è più una sorpresa ed è decisivo nelle due fasi: Conte ha deciso di puntare su di lui già dalla prima estate da tecnico dell’Inter e ci ha visto lungo. Ma qualche parola va spesa anche per Handanovic, spesso criticato in questa stagione ma tornato super nelle ultime uscite: si pensi ai due minuti di dominio nel derby, agli interventi decisivi con il Parma e al miracolo su Zapata. Oltre al match interno contro il Napoli, simile per sviluppo ed epilogo a quello contro l’Atalanta. Il contratto del capitano è in scadenza nel 2022: non ci sono novità su questo fronte, anche e soprattutto a causa della confusa situazione societaria. E le seconde linee? Kolarov non ha convinto, il suo contratto scade a giugno e difficilmente il serbo resterà a Milano. È in scadenza anche Ranocchia, mentre il rinnovo di D’Ambrosio per (almeno) un altro anno è cosa fatta da tempo.

Inter storiche

—  

La difesa dell’Inter può scrivere la storia solamente in un modo: riportando lo scudetto a Milano. I 36 gol subiti nello scorso campionato non sono bastati: la banda Conte è ora a 25 e chissà come sarebbe la situazione senza l’handicap iniziale. Servirà sicuramente un’impresa per fare meglio della retroguardia del 1997/98 con Simoni in panchina: quell’Inter capace di vincere la Coppa Uefa e arrivata seconda in Serie A chiuse il campionato con solamente 27 gol subiti. L’Inter dei record di vittorie consecutive con Mancini, nel 2006/07, e quella del Triplete di Mourinho terminarono entrambe la stagione con 34 gol incassati in campionato. Conte, numeri alla mano, è sulla buona strada e ha iniziato a segnare il percorso nel primo anno sulla panchina interista. Il bunker delle ultime giornate sa di scudetto: Antonio e la sua fase difensiva sono in missione per aggiungere una pagina alla storia del club. Sulla scia delle grandi Inter del recente passato.

Precedente Sacchi: "L'Inter sa difendersi in 11, ora l'obiettivo è attaccare in 11. All’Atalanta va detto solo grazie" Successivo Shakhtar, Boto: "Fonseca tra i migliori. Allegri non ci interessa”