Il pareggio fra Juve e Inter ha misurato i rapporti di forza fra l’Inter e la Juve. I nerazzurri hanno confermato le loro grandi qualità che sono da scudetto, ma i bianconeri glielo contenderanno fino alla fine perché, proprio contro la capolista, hanno fatto un ulteriore passo avanti, sotto il profilo del gioco e della personalità. E se Inzaghi si gode Lautaro, sempre più implacabile, Allegri ha ritrovato Vlahovic, finalmente in gol. Non è stato un caso che a dettare gli assist per l’uno e per l’altro siano stati Chiesa e Thuram, a conferma di quanto funzionino e di che cosa possano dare all’Inter e alla Juve le rispettive coppie d’attacco.Il risultato finale ha rispecchiato l’equilibrio dell’incontro, interrompendo la serie bianconera di 5 vittorie consecutive in casa e di 5 vittorie consecutive complessive, nonché il filotto interista di 6 successi di fila (4 in campionato e 2 in Champions League). Eppure, i due allenatori hanno diversi buoni motivi per ritenersi soddisfatti, in chiave presente e futura.
Inter e Juve, grandi rivali
Juve-Inter non era e non poteva essere decisiva ai fini della corsa al titolo: sono 25 le partite ancora da giocare e 75 i punti a disposizione. Semmai, la sfida dello Stadium era la cartina di tornasole per misurare gli attuali rapporti di forza fra le due Grandi Rivali e ha certificato la buona salute di entrambe. Chiesa, corroborato dalle due ottime prove in maglia azzurra, ha confermato una volta ancora di essere l’uomo in più dei bianconeri, come lo è della Nazionale. Lautaro nell’Inter vive uno straordinario e infinito stato di grazia: 13 gol in 13 giornate di campionato cui aggiungere i due centri in Champions League. Totale stagionale: 17 presenze e 15 gol. Totale da quando indossa la maglia nerazzurra (questa è la sesta stagione consecutiva): 255 presenze, 117 gol). Vlahovic non segnava dal 16 settembre scorso (3-1 alla Lazio), era stato titolare soltanto una volta nelle sette gare precedenti l’Inter e, a giudicare dalla sua polemica esultanza, non vedeva l’ora di mostrare che è ancora lui. Alla buon’ora, se Dusan torna Dusan, con Chiesa impiegato attaccante esterno che parte da sinistra, il ruolo a lui più congeniale, gli orizzonti della Juve diventano rosei. Contro l’Inter, la cui qualità di gioco è da prima della classe, la squadra di Allegri ha superato un’importante prova di maturità.
Allegri e Inzaghi
E mentre per Inzaghi si è trattato della prima di 9 gare in calendario dal 26 novembre al 30 dicembre (dopo la Juve, in successione Benfica, Napoli, Udinese, Real Sociedad, Lazio, Bologna per gli ottavi di Coppa Italia, Lecce e Genoa), la Juve ne giocherà tre in meno (dopo l’Inter, in successione Monza, Napoli, Genoa, Frosinone, Roma), essendo programmata per il 4 gennaio la gara di Coppa Italia con la Salernitana. Entro la fine dell’anno vedremo chi avrà avuto ragione fra Simone (“La Juve non è in Europa e farebbe cambio con noi, però in campionato ha sicuramente un vantaggio”) e Max (“Sono stati loro a parlare di obiettivo scudetto, no?”). Un fatto è certo: sarà un bel vedere.
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