L’Inter chiude in bellezza: manita all’Udinese e quota 91 punti

Per i nerazzurri reti di Young, Eriksen, Lautaro, Perisic e Lukaku. Poi la consegna dello scudetto

L’Inter onnivora si sbrana anche l’Udinese (unica avversaria contro cui non aveva ancora vinto e segnato) e onora nel migliore dei modi il 19° scudetto, poi consegnato a capitan Handanovic. In un match con ritmi spesso da subbuteo, decidono le reti di Young, Eriksen, Lautaro, Perisic, Lukaku e Pereyra. Domani (a meno di sorprese) la “partita” più importante, quella tra Zhang e Conte che presumibilmente farà chiarezza sul futuro del tecnico.

Primo tempo

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Conte recupera per la panchina Barella, Sanchez e Vidal, ma dei titolarissimi ci sono solo Handanovic (che così stacca Zenga come portiere nerazzurro con più presenze di sempre in campionato), Hakimi e Lautaro. Dentro tutti gli italiani in rosa, tranne lo stesso Barella, operato al naso a inizio settimana. Darmian invece è squalificato, come Brozovic. Gotti affida come al solito il volante a De Paul, che da queste parti (ma non solo) accoglierebbero a braccia aperte. In attacco il solo Okaka, con Pereyra in appoggio.

Il primo tempo

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Difficile trovare spunti tattici in una sfida da ultimo giorno di scuola. Malgrado la presenza di Sensi, il play lo fa Gagliardini. E l’Inter passa quasi subito con un triangolo Young-Lautaro-Young che, complice un rimpallo su Bonifazi, all’8′ libera l’inglese davanti a Musso. Lo speaker prova a stimolare i mille tifosi con una serie di cori, ma il pepe ce lo mettono Becao e Lautaro che a metà tempo litigano dopo che il difensore accompagna il Toro, che scivola, contro un tabellone pubblicitario. L’arbitro Volpi sbaglia a non estrarre un cartellino per ciascuno. E quando riprende il gioco, l’argentino (troppo nervoso) si vendica con un fallo che gli vale l’ammonizione e il riscaldamento anticipato di Lukaku. L’altro sussulto di un match non proprio eccitante lo dà Sensi, accasciandosi al 37′ per un risentimento muscolare all’adduttore destro. Straordinari dunque per Eriksen, con Gagliardini che scala come mezzala sinistra. Il biondo lascia subito il segno con una punizione dalla lunetta in cui la barriera friulana non è certamente impeccabile. Con il minimo sforzo l’Inter va così al riposo sul 2-0.

Secondo tempo

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Si riprende con un’unica variazione. Padelli fa il suo esordio stagionale prendendo il posto di Handanovic. Con questi ritmi balneari Eriksen può pennellare calcio ad ogni tocco e impegna pure Musso, già sollecitato da Lautaro. Al 9′ si vede anche Hakimi che furbescamente (non ai livelli di Cuadrado con Perisic, ma la dinamica è simile) si procura un rigore con la complicità di Zeegelaar e arbitro. Lautaro dal dischetto non sbaglia e poi cede il posto a Lukaku. Stessa sorte per lo stesso Hakimi (Perisic). Gotti risponde con Llorente e Forestieri per Okaka e Zeegelaar. Al 19′ c’è gloria anche per Perisic, che sull’apertura di Vecino trova l’angolo lontano con un gran destro a giro. Poco dopo Pinamonti per Sanchez, lascia il campo anche De Paul (che ricambia gli applausi dei tifosi interisti…) per Makengo. Al 27′ le comiche, con Lukaku che prima liscia a tu per tu con Musso e poi si vede carambolare addosso il tiro velenoso di Sanchez, finito prima sul palo interno. Al 34′ Pereyra su rigore spiazza Padelli, dopo il tocco col braccio di Eriksen. Nel finale c’è gloria anche per Martin Palumbo e Manuel Gasparini, entrambi classe 2002.

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