L’inno alla Joya rianima la Juve: 87 giorni di calvario, 4’ per il gol. È vitamina Dybala

L’abbraccio di tutta la squadra è la foto del ritorno dell’argentino, dopo l’infortunio al ginocchio, i dubbi sul futuro di Pirlo e lo scivolone della serata da McKennie. Con lieto fine. Pirlo: “È un valore aggiunto… Speriamo di potercelo tenere”

Paulo Dybala ci ha messo tre mesi, 87 giorni per la precisione, per ritrovare il campo. E ci ha messo quattro minuti per ritrovare il gol. Passaggio breve di Bentancur in verticale, ricezione di trequarti rispetto alla porta, perno attorno al destro per mettersi in posizione di lancio in un battito di ciglia: destro a rientrare che accarezza il secondo palo, troppo angolato per Meret. Quanto è mancata la Joya alla Juve.

Travolto

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Lo quantifica in parte l’abbraccio bianconero che lo ha travolto: McKennie, Chiellini, Alex Sandro, Rabiot, Pinsoglio e Szczesny che si sono fatti metà campo di corsa dalla panchina per entrare nel mucchio selvaggio, poi Bentancur, Chiesa, De Ligt, Ronaldo, e poi nella foto non c’entrava più nessuno ma sono arrivati anche gli altri. Soprattutto è arrivato Dybala. “Quando hai un giocatore come Dybala a disposizione cerchi di farlo giocare più spesso possibile – ha detto Andrea Pirlo dopo il successo 2-1 col Napoli -. Alla fine non l’abbiamo mai avuto, senza di lui diventa difficile: è un valore aggiunto per qualsiasi squadra, anche per la Juventus. Convincerlo a restare? Sì, lui ha ancora un anno di contratto, è ancora lunga: speriamo di potercelo tenere”.

Il calvario

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Non sono stati tre mesi banali, da quel 10 gennaio della lesione al legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro che doveva guarire in 15-20 giorni: ce ne sono voluti di più per la guarigione clinica, ancora di più per non sentire più dolore, con in mezzo la falsa partenza della convocazione col Porto ma del rientro che non c’è stato, tra consulti, dubbi e un periodo particolare anche fuori dal campo, con l’ultimo scivolone effettivamente della cena galeotta a casa McKennie che gli ha fatto saltare il rientro nel derby, ma soprattutto i dubbi sul futuro per la querelle rinnovo in cui il calvario lungo una stagione non ha aiutato: fino al Napoli 16 presenze in stagione su 41 partite di cui 10 da titolare, tra scorie dell’anno scorso, un’infezione alle vie urinarie, problemi muscolari, panchine.

Storia da scrivere

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Urlo, pugno sul petto, braccia larghe, emozione e maglietta con dedica al compleanno di mamma Alicia. Il gol, il numero 99 in maglia bianconera, mancava da 94 giorni: partita con l’Udinese, l’ultima in campo per 90 minuti. Anzi 93, come il minuto in cui arrivò la sua rete del 4-1 con cui la Juve iniziò la serie da sei vittorie in sette partite che a inizio 2021 pareva rimetterla in corsa per lo scudetto. Una settimana dopo lo stop dell’argentino e non aver potuto affrontare le tempeste stagionali senza il miglior giocatore della scorsa Serie A non può essere l’alibi, se sei la Juve, ma è un dato di fatto che Dybala si è fermato con una stagione che si stava riaprendo ed è tornato ora che non c’è più il sogno Champions League né l’obiettivo più realistico del decimo scudetto. Ma anche questo è un punto di partenza. Ci può essere ancora tanta storia da scrivere insieme. Basta volerlo, tutti.

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