L’idolo Marcelo, il rito e la Juventus Women: Boattin treno bianconero

“Mise il cuore dentro le scarpe e corse più veloce del vento”: chissà quanta terrà avrà calpestato Lisa Boattin lungo la fascia sinistra. Determinazione e personalità, che l’hanno contraddistinta nel mondo bianconero. Lo scorso anno ha vinto anche il premio come miglior giocatrice della stagione. Un piccolo traguardo lungo il suo cammino. Percorso che è partito da lontano, da quando a 14 anni indossava la maglia del Venezia. Da primi calci al pallone alla Juventus Women e alla Nazionale. Uno scalino alla volta scandito dall’umiltà, come la sua reazione quando è arrivata la chiamata da Torino: “Mi ci è voluto qualche giorno per realizzarlo, era un sogno incredibile. Ho subito scritto a mia mamma per condividere quel momento che per me era unico” – ha rivelato in diretta sulla pagina Instagram della società.

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Lisa Boattin, il treno della Juventus Women

Il mio calciatore preferito è Marcelo“. Stesso ruolo, stessa determinazione e voglia di incidere durante la partita. Di corsa durante i novanta minuti ne fa tanta, così come lo ha fatto dall’inizio della sua carriera. “Caparbietà” è la parola chiave. In stagione non ha giocato tanto per via dell’infortunio contro la Roma, ma ha fatto sentire sempre la sua presenza, anche fuori dal campo. Valori che seguono la stessa filosofia della Juventus e che l’hanno portata a collezionare 150 presenze e ad essere un punto di riferimento per Montemurro. Cinque stagioni, stessa maglia ed un tricolore cucito sul petto di anno in anno. I primi palleggi al pallone li ha fatti a Venezia, ma il primo salto di qualità è arrivato con il Brescia, quando ha vinto il suo primo scudetto ed ha giocato le prime partite in Champions. Dopo un solo anno al Verona è arrivata la Juventus e ha messo una firma nelle pagine di storia. Tante vittorie e tanti sogni, alcuni ancora nel casseto, altri da realizzare.

Il rito pre partita e la Nazionale

Determinata, ma anche superstiziosa: “Prima di ogni partita do un bacio a un anello su cui sono incisi i nomi di mia mamma, mio papà e mio fratello”. Quasi romantico, come il suo rapporto con la Nazionale. Ha vestito per la prima volta i colori azzurri sotto la guida di Enrico Sbardella e Rita Guarino con le giovanili. Si è messa subito in mostra ed è stata tra le protagoniste del bronzo agli Europei U17 e ai Mondiali U17 del 2014. Tra le prime a ridare importanza al movimento femminile. Nel 2015 è arrivata la prima convocazione con la Nazionale maggiore e con l’arrivo di Milena Bartolini al posto di Cabrini, non ha lasciato più Coverciano. Ha partecipato anche a Francia 2019, con il sogno azzurro che si è infranto soltanto ai quarti di finale contro l’Olanda. Contro la Romania ha segnato il suo primo gol con l’Italia nel match di qualificazione ai Mondiali del 2023. Una gioia che non condivide spesso. Di mestiere fa altro. Difensore in campo e anche fuori. Tra le prime ad esporsi dopo la penalizzazione alla Juventus. Stesso modo di pensare e stessa strada da percorrere: quella della vittoria.

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