L'Europa del Milan passa da Leao: ecco perché

TORINO – Sei punti per (ri)agguantare l’Europa, sei punti per andare agli ottavi di Champions League. In teoria sono ancora aperte altre combinazioni, ma il Milan deve vincere contro Dinamo Zagabria e Salisburgo se vuole essere sicuro del futuro. «Padroni del nostro destino» ha ripetuto Stefano Pioli, frase quanto mai opportuna. Perché se in campionato i rossoneri hanno dato la sensazione di esserlo, altrettanto non è capitato in Coppa. Non tanto il pareggio iniziale in Austria e poi la vittoria al Meazza contro i croati quanto, piuttosto, il doppio confronto con il Chelsea, senza storia all’andata come al ritorno: a Stamford Bridge il Milan era troppo rabberciato per poter essere vero, qualche rimpianto c’è per il match in casa, determinato dal rigore iniziale con espulsione di Tomori. Ma il bilancio parla di un 5-0 complessivo, mortificante per le ambizioni rossonere.

Solo due assist

Ambizioni che transitano anche da un cambio di passo di Rafael Leao. Per lui vale il discorso di squadra: irresistibile in Italia, poco incisivo in Europa. Il portoghese continua a faticare in Champions, infatti. Nella passata stagione quattro partite e un gol nella sconfitta con l’Atletico Madrid, in quella attuale altrettante partite e ancora nessuna rete. Certo, ci sono gli assist (due), ma da uno come Leao è lecito attendersi molto di più, soprattutto in una fase in cui c’è in ballo anche il rinnovo del contratto. Per questo negli ultimi 180′ servirà il vero Milan in Coppa, ma questo passerà dal vero Leao.

Allenamento Milan, che allegria Leao! De Ketelaere invece...

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