L’ennesima impresa di Berlusconi e Galliani: il fattore Milan con la guida di Stroppa

Squadra plasmata dal tecnico ex biancorosso: le stelle Mota Carvalho e Gytkjaer, la cavalcata di Sampirisi e Paletta, la fantasia di Colpani e D’Alessandro e il genio di Machin

L’ennesima impresa di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Il loro Monza è stato promosso questa sera per la prima volta in Serie A in 110 anni di vita. Quella che sembrava una maledizione storica per il club biancorosso, non poteva che essere spezzata dalla coppia più vincente del nostro calcio: Berlusconi e Galliani con questa promozione sono saliti a quota 31 trofei insieme, di cui 29 al timone del Milan.

SILVIO E ADRIANO: UN’ AVVENTURA ROMANTICA

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“Adriano, vai e fai”. È così che, un lunedì del settembre 2018, è nato il progetto romantico a tinte biancorosse di Silvio Berlusconi. E’ l’istante che cambia la storia del Monza: il Cavaliere, durante uno dei consueti pranzi del lunedì, propone ai suoi familiari e ai top manager di acquistare il club. L’entusiasmo dei presenti è tanto e allora ecco il mandato per Adriano Galliani a comprare il Monza, in quel momento in Lega Pro. E storica è stata anche la prima volta di Silvio Berlusconi al Brianteo (ora U-Power Stadium), con quel suo discorso negli spogliatoi (“Chi ci crede combatte, chi ci crede supera gli ostacoli, chi ci crede vince”) che è diventato il leit motiv della cavalcata verso la Serie A. Un percorso che il monzese doc Adriano Galliani ha compiuto sprigionando competenza e passione, vestendo i panni dell’Ulisse tornato a Itaca. Un viaggio che l’a.d. brianzolo ha definito come il suo “Cammino di Santiago”: la meta della partita del cuore in Serie A contro il Milan è stata raggiunta.

STROPPA: UN CERCHIO CHE SI CHIUDE

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Silvio Berlusconi e Adriano Galliani sono gli uomini chiave di questa promozione. Ma il Monza è entrato anche nel cuore dei top manager di Fininvest (l’a.d. Danilo Pellegrino siede nel CdA biancorosso) e chiaramente di Paolo Berlusconi, il presidente del Monza. E poi in questa storica promozione c’è la mano di mister Giovanni Stroppa, che in estate ha preso la panchina che era stata di Cristian Brocchi (a cui resta il merito della promozione in B di due anni fa). Stroppa è riuscito nell’impresa di portare il Monza in Serie A al primo tentativo: un cerchio che si chiude, considerando che “Giuàn” o “Giovannino”, come lo chiamano tutti in Brianza, aveva già fatto sognare i tifosi biancorossi da calciatore a fine anni Ottanta. Stroppa, che ha bissato la promozione in A alla guida del Crotone, ha avuto il merito di rendere vincente e moderno il suo 3-5-2 di stampo offensivo. E soprattutto è stato un grande psicologo, confermando l’investitura di Galliani: “Per carattere e capacità di sdrammatizzare, Stroppa ricorda Ancelotti”.

MOTA CARVALHO: LA STELLA NASCENTE

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A potersi fregiare della cavalcata dalla Lega Pro alla Serie A con la maglia del Monza sono il capitano Sampirisi, l’ex milanista Paletta, l’imprevedibile Machin e i portieri di riserva Lamanna e Sommariva (insieme al direttore sportivo Filippo Antonelli). E poi c’è il portoghese Dany Mota Carvalho. Uno che sembra avere la strada spianata verso il grande calcio. Arrivato in Brianza nel gennaio 2020 dalla Juventus Under 23, l’attaccante 24enne ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per diventare in breve tempo quello che in portoghese si dice “craque” e in italiano, semplicemente, fuoriclasse. Cresciuto nel mito di Cristiano Ronaldo, Dany è l’antidoto alla noia per i tifosi biancorossi: le sue accelerazioni, le sue qualità di inarrestabile tuttocampista e le sue giocate di grande classe sono state decisive nelle partite più equilibrate. Un talento, andato quest’anno in doppia cifra, che è già finito sotto i riflettori dei principali club europei, anche grazie alla magnifica doppietta (con tanto di rovesciata) che la scorsa estate ha eliminato l’Italia Under 21 all’Europeo.

GLI ALTRI PROTAGONISTI

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Il segreto di questo Monza è poi quello di una rosa da due titolari per ruolo. Tutti hanno dato il proprio contributo per fare la storia. Il portiere di scuola interista Di Gregorio si è confermato di categoria superiore, mentre in difesa è stata preziosa l’esperienza di Donati, Paletta, Sampirisi, Caldirola e Marrone, unita alla freschezza del talento brasiliano Carlos Augusto. A centrocampo è spiccato il dinamismo di Mazzitelli, la grinta di Molina, la geometria di Barberis, la fantasia di Colpani e D’Alessandro e il genio di Machin. Mentre in attacco, dove la luce della stella Ramirez è stata affievolita dagli infortuni, hanno fatto la voce grossa Valoti nei panni del falso nueve e il danese Gytkjaer. Ma l’uomo della provvidenza è stato Patrick Ciurria: la sua firma sulla vittoria di Cittadella in nove contro undici di inizio marzo è stata decisiva per arrivare alla notte magica di Pisa.

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