Lefort avvisa l’Atalanta: “Stia attenta, lo Young Boys è la sorpresa Champions”

Il difensore francese spiega il miracolo del club svizzero, che ha battuto CR7: “Giochiamo bene a calcio. Il campo sintetico un vantaggio? La palla non ha rimbalzi irregolari, forse gli altri non sono abituati”

Marco Guidi @MarcoGuidi13

28 settembre – Milano

Ha battuto Cristiano Ronaldo due volte in meno di due anni, guida il Gruppo F ed è pronto a stupire l’Europa. Lo Young Boys doveva essere la cenerentola del girone con Manchester United, Villarreal e Atalanta, ma ora sbarca a Bergamo con tre punti in classifica dopo la stupefacente vittoria sul Manchester United e la valigia piena di sogni. Il difensore francese Jordan Lefort in meno di due anni a Berna ha vinto due campionati e una Coppa svizzera. Alla prima nel girone di Champions era infortunato (problema al polpaccio), oggi è a disposizione del tecnico David Wagner. “Spero di andare almeno in panchina”, confida alla Gazzetta.

Jordan, Cristiano Ronaldo è venuto due volte a Berna, una con la Juventus e una con il Manchester United, ma in valigia al ritorno non ha messo nessun punto: come se lo spiega?
“Siamo una squadra sorprendente, soprattutto quando giochiamo in casa. Un po’ per la spinta del nostro pubblico, un po’ per il terreno sintetico, riusciamo a complicare la vita anche alle cosiddette big”.

Ecco, il campo. Qualcuno sostiene che vi dia troppo vantaggio…

“Il sintetico ci consente di giocare bene a calcio perché non ha rimbalzi irregolari. Stiamo parlando di un terreno di ultima generazione: noi ci siamo abituati, altri magari no. Ma mi chiedo: se un campo è perfetto per controllare il pallone dovrebbe essere un problema? A Berna si può semplicemente giocare a calcio nelle condizioni migliori”.

Domani giocate però a Bergamo, contro l’Atalanta.

“Una squadra che gioca un calcio molto offensivo, usando la difesa a tre. L’abbiamo ammirata in Champions negli ultimi due anni e mi sembrano un club in costante evoluzione, un po’ come noi. La loro forza è soprattutto il collettivo”.

L’Atalanta deve stare attenta allo Young Boys perché… completi la frase.
“Perché siamo una sorpresa e molto organizzati. Sappiamo giocare a calcio nel vero senso della parola. Sì, credo che i nerazzurri ci debbano temere”.

Villarreal, Manchester United e Atalanta: dica la verità, al momento del sorteggio nessuno pensava aveste delle chance di passare il turno. Ma dopo la vittoria sullo United… che percentuale dà allo Young Boys di avanzare in Champions?
“Non mi piace parlare di percentuali. Siamo felici di aver vinto la prima, perché con altri tre punti saremmo vicini al primo obiettivo e cioè restare in Europa, fosse anche da terzi nel girone. Ma non mi pongo limiti, vediamo che succede di partita in partita”.

Sino a pochi anni fa, il calcio svizzero in Europa era essenzialmente il Basilea e la nazionale. Poi è esploso lo Young Boys. L’ultimo campionato lo avete vinto di 31 punti. Come è stato possibile in così poco tempo invertire completamente la rotta?
“Il merito è di Stephane Chapuisat e Christoph Spycher, dirigenti illuminati. Loro hanno compiuto una vera rivoluzione nel club, rendendolo più strutturato. Ora lo Young Boys ha una politica precisa, con idee e obiettivi chiari”.

Avete dominato in Svizzera, eppure all’Europeo c’era un solo giocatore dello Young Boys (Fassnacht): crede che vi sottovalutino ancora a livello internazionale?
“Con l’arrivo di Yakin come commissario tecnico al posto di Petkovic il vento è già cambiato. Nelle ultime convocazioni della Svizzera c’erano cinque calciatori dello Young Boys. E questo è un bene per il club, ma anche per la nazionale, a mio avviso”.

Lei però è francese. E per la precisione parigino. Messi, Mbappé e Neymar: la sua città è in fermento.
“Contro il Psg di Kylian e il brasiliano ho giocato con l’Amiens in Ligue 1 ed era già qualcosa di impressionante. Ora si è aggiunto pure Leo e che dire? Incredibile. Credo che il Psg possa essere considerato il favorito per la vittoria della Champions League. Ma al di là dei risultati del singolo club, avere quei tre fa crescere l’interesse per tutto il calcio francese”.

La città che l’ha adottata calcisticamente in Francia è Amiens. E lei nei mesi più duri della pandemia ha trovato modo di sdebitarsi…
“Ho voluto aiutare gli studenti precari della città, che con il Covid hanno visto peggiorare la loro già complicata situazione. Sono stato anche io uno studente in condizioni economiche difficili e so quanto possa essere dura. Figuriamoci poi con la pandemia. Così ho affiancato un’associazione locale, dando il mio supporto per la distribuzione di cibo e per i bisogni essenziali”.

Torniamo in Italia: allora, cosa si aspetta da questa trasferta a Bergamo?
“Sincero? Che all’hotel la pasta sia buona (ride ndr)”.

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