Lecce sogna in grande: «Un piano per la A»

Lega Pro, Serie D
Lecce sogna in grande: «Un piano per la A»

Una squadra di professionisti espressione del territorio, con le idee chiare e un piano di riconquista della massima serie. Ecco chi c’è dietro il grande rilancio di una città e di una provincia in amore. Sticchi Damiani: «La nostra terra è la nostra maglia»

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SINDACO? NO, GRAZIE – Avvocato in diritto amministrativo specializzato nel settore degli appalti pubblici, professore ordinario all’Università di Lecce, autore di numerose pubblicazioni accademiche, cresciuto a pane e Lecce come dicono in città quando parlano della sua passione calcistica, Saverio conferma: nel Dna di famiglia c’è l’amore per lo sport. Suo zio, Angelo Sticchi Damiani, 71 anni, è il presidente dell’Aci e il vicepresidente della Fia, la federazione automobilistica internazionale. Soprattutto, è l’uomo che ha salvato il Gp d’Italia a Monza. Il nipote ha firmato il proprio capolavoro nel Salento creando la cordata di imprenditori che, il 9 novembre 2015, è diventata proprietaria dell’Unione Sportiva rilevandola dalla famiglia Tesoro. La stessa, il 18 giugno 2012, l’aveva acquistata dalla famiglia Semeraro, per 18 anni al timone del club. In meno di un anno, Sticchi Damiani ha letteralmente rifatto i connotati alla società e alla squadra, lanciandole in orbita. Sarà anche per questo, oltre per la brillante attività professionale che a Lecce , dov’è amatissimo, c’è chi lo tira per la giacca candidandolo a sindaco. Che cosa risponde, avvocato? «No, grazie. Non ho mire politiche. Sono entrato nel calcio perchè dalla mia terra ho ricevuto tanto e alla mia terra voglio restituire ciò che posso, in termini di passione e di entusiasmo. La nostra terra è la nostra maglia».

SCUOLA GUIDA – Terra è un sostantivo ricorrente nelle conversazioni di chi vive il Lecce ogni giorno. Come Salento. Come identità. Sono la stella polare anche dell’ingegner Enrico Tundo, 45 anni, il presidente e azionista di maggioranza del club, alla guida del gruppo imprenditoriale leader in campo europeo nel settore dei trasporti delle persone disabili, fondato nel ‘72 dal padre Vincenzo dalla costola di una scuola guida. «L’intesa con Sticchi Damiani e gli altri dirigenti è stata immediata. Prima di tutto siamo tifosi del Lecce e, per questo, quando la precedente gestione ha incontrato difficoltà crescenti, abbiamo deciso di intervenire. Eravamo consapevoli di metterci la faccia, ma dovevamo farlo per Lecce e per il Salento. La prima regola è avere i conti in regola: senza i debiti pregressi, il nostro bilancio sarebbe già in pareggio. Il rendimento della squadra, il record di abbonamenti, uno sponsor di prima qualità, la spinta dei tifosi: tutto questo ci ha indirizzato lungo la strada giusta. Questo è il modello salentino: una risposta efficace alla globalizzazione del calcio e agli investitori stranieri che, fatalmente, non hanno radici nelle realtà in cui sbarcano e si capisce perché incontrino difficoltà».

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