Lecce, parla Rodriguez: “Qui dal Real con gli insegnamenti di Raul”

L’attaccante spagnolo ha segnato 2 gol dalla panchina: “Ancora non ho fatto niente. Al ritorno vorrei scambiare la maglia con Boateng”

Anche Javier è curioso di conoscerlo, di immaginare che goleador potrebbe diventare Pablo. L’appuntamento è nella sede del Lecce. Non a caso, abbiamo chiesto a Chevanton di fare da interprete a Rodriguez, acquistato a ottobre da Pantaleo Corvino dopo una lunga trattativa con il Real Madrid, al quale ha concesso un diritto di “recompra” o, nel caso, una percentuale sulla futura cessione. “Non mi metto in posa con voi due – scherza il responsabile dell’area tecnica -. Pablito tu farai la foto con me e con Cheva solo se riuscirai a segnare, come lui, 19 gol in Serie A”. È un messaggio esplicito per il canterano Real, che ha stupito tutti, firmando due gol in 48 minuti disputati nella squadra di Corini: si è alzato dalla panchina e ha rianimato i giallorossi per le rimonte nell’esordio contro il Vicenza, con la rete della vittoria (da 0-1 a 2-1), e contro l’Empoli, con il sigillo sul pareggio (da 0-2 a 2-2). “Ancora non ho fatto niente e conta solo il Lecce – dice Rodriguez Delgado, 19 anni -. Se allo stadio ci fossero stati i tifosi, con la loro spinta avremmo battuto la capolista nel recupero. Ho provato i brividi per l’emozione, godendomi un video che hanno realizzato per me: hanno montato le azioni dei miei due gol con immagini e audio del Via del Mare gremito di tifosi, con il loro boato”.

PIEDE LESTO

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Anche Cheva-gol fece tutto molto in fretta, firmando la sua prima rete al debutto nel Lecce, il 26 agosto 2001, dopo neppure 2 minuti rubando palla, da furbetto, al portiere Frey. “Pablo non correre troppo con i sogni e soprattutto dimentica il tuo passato nel Real Madrid. Prenditi il Lecce e costruisci la tua felicità”, è la raccomandazione dell’ex attaccante uruguaiano, 40 anni, ora collaboratore tecnico nella Primavera giallorossa. “Ho visto su internet alcuni tuoi gol – fa Pablito -. Io mi porto dentro le lezioni di un maestro come Raul, che mi ha allenato per sei mesi nelle giovanili del Real e poi nel Castilla. Mi ripeteva spesso: in campo mettici il cuore e impara ad attaccare il primo palo. Il Real Madrid non voleva cedermi a titolo definitivo, però Raul mi ha aiutato, convincendo la società: ci tenevo a trasferirmi al Lecce e non in prestito a qualche club spagnolo. Poi Abian Morano mi ha spronato ad accettare la proposta del direttore Corvino, suo amico, dicendomi: non ci pensare due volte, ti sta offrendo un’opportunità unica”.

COME ICARDI

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Seguito in patria da Gelu Rodriguez, nella trattativa con il Lecce è stato assistito da Morano, che definì il passaggio di Mauro Icardi, anche lui giovanissimo, dal Barcellona alla Sampdoria. “Guai a fare raffronti, ci mancherebbe. Sono nato a Las Palmas, ho giocato e ho sempre tifato per la squadra della mia terra. Ovviamente, con la speranza di arrivare un giorno nella cantera Real. Ce l’ho fatta e ho vinto la Youth League, anche grazie a un mio gol nella finale contro il Benfica. Da bambino, nella mia cameretta avevo le maglie di Kakà e Ozil, però ho ammirato in video Raul e il fenomeno Ronaldo; Cristiano, invece, l’ho visto qualche volta nel centro sportivo del Real”.

BERNABEU

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Nel prestigioso tempio ha messo piede solo per un’amichevole del Real Castilla. A Las Palmas, da ragazzino, Pa – come lo chiamano i compagni nel Lecce – aveva iniziato a giocare da portiere. “Mi piaceva tuffarmi, poi mi hanno spostato in attacco: destro naturale, però me la cavo anche col sinistro. Mancosu mi dice che sono un tipo strano; gli altri nello spogliatoio mi sfottono per questo ciuffo che scende sugli occhi. E quando arriva Corvino mi dicono: ecco, è venuto tuo padre… Sono molto rigoroso nell’alimentazione, da anni seguo una dieta, mi pesa un po’ la rinuncia al cioccolato: al ristorante, in ritiro faccio il mio menù. In casa mi metto ai fornelli, ci so fare, mi piace. Vivo solo, però da marzo, quando andrò in un altro appartamento, avrò la compagnia di un cane, prenderò un cucciolo di corso”. Vuole vivere alla giornata, non fa voli pindarici. “Sono un ragazzo semplice, umile: è scontato, come per tutti i calciatori, sognare di arrivare nella nazionale maggiore. Intanto, devo aspettare un’eventuale convocazione nell’under 19. Sono concentrato, però, solo sul Lecce e sull’obiettivo della promozione in A. Se succederà, io in campo a San Siro: che stadio, mamma mia! Sono stato fermo per un infortunio, per ora mi bastano pochi minuti, chissà poi sempre di più, per seguire le indicazioni di Corini. E nella partita a Monza, nel ritorno, voglio scambiare la maglia con Boateng; un grande, ha giocato nel Las Palmas”.

FIUTO DEL GOL

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I genitori Francisco (ex calciatore dilettante) e Carmen sono venuti a trovarlo a Lecce. “Loro e mia sorella Alexia mi mancano tanto, e pure gli amici. Ho acquistato diverse mie magliette col numero 99 e l’ho spedite ai familiari. Qui sto benissimo, nel tempo libero studio l’italiano e frequento online un corso di marketing e pubblicità. Quando era consentito spostarsi, ho visitato Gallipoli, Otranto, Leuca, Torre dell’Orso: nel Salento il mare è bellissimo ma non come quello delle Gran Canarie”. In allenamento fa ammattire i compagni, Pablito va sempre al massimo. “Coda ha un incredibile istinto da goleador, lo osservo per imparare. E poi lo batto alla playstation: l’altra sera, Real Madrid-Manchester City 3-2, con gol al 92’, io ero con i blancos”. Rodriguez chiede l’aiuto, non solo come interprete, di Chevanton quando deve dribblare una domanda ostica, sui bonus che spesso Corvino lega al bottino di gol degli attaccanti. “Pablito dice solo che nel contratto è previsto un incentivo per ogni rete. Beato lui! Se avessi avuto io questi bonus, il direttore avrebbe dovuto vendersi le case…”, la battuta dell’uruguaiano.

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