Leao studia da Pallone d’oro. La doppietta fa bene al Milan, a se stesso e… alla Champions

Il portoghese vive un momento di grazia, dopo essere stato a lungo a digiuno di gol a San Siro: “Stiamo facendo una stagione incredibile in Champions, ma oggi era importante segnare”

La partita di Rafael Leao è in due flash nel primo tempo, distanti tra loro una decina di minuti scarsi. Il primo: Rafa difende palla sulla sinistra a centrocampo, tiene a bada Blin con il corpo e cambia gioco. Palla in fallo laterale. A questo punto il portoghese alza gli occhi al cielo, s’infuria e si accende, perché dieci minuti dopo segna di testa e cambia la partita. Leao è così. Nei primi due anni questi momenti erano più frequenti, ma dalla stagione scorsa ce ne sono molto meno, anche se ogni tanto si ricorda dei vecchi tempi in cui incassava strigliate. Stavolta ha imparato a cambiare ritmo da solo. Per il Milan, per Pioli e per il rinnovo, perché la volontà di entrambi è proseguire in rossonero. “Oggi dovevo far gol – ha detto nel post-partita –, ci pensavo prima. Segnare a San Siro è sempre bello. Noi facciamo il nostro, non guardiamo gli altri. Io cerco sempre di fare ciò che ho fatto oggi, anche se non faccio assist”. Ora l’obiettivo è arrivare tra le prime quattro: “Stiamo facendo una stagione incredibile in Champions. Oggi era importante vincere”.

Gol di testa

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Dopo tre mesi ombrosi senza reti, Rafa è tornato ai suoi livelli. Il Napoli ne sa qualcosa. La discesa di oggi contro il Lecce ha ricordato l’assolo al Maradona in Champions, che a sua volta ha riportato alla mente il duetto tra Gullit e Van Basten nel 1988. Ha preso palla a quaranta metri dalla porta, se l’è allungata e poi ha strozzato il sinistro. Pioli gli ha regalato la standing ovation e lui ha saluto la curva, sempre più innamorata del 17 con le trecce, il talento che ha bisogno di una piccola scossa per scrollarsi di dosso quel filo di pressione che sente sempre meno. Ed è un grande passo per diventare il campione che tutti si augurano. Dopo aver segnato il primo gol, infatti, Rafa ha indicato la testa, come se volesse trasmettere concentrazione. Come se volesse dire “adesso serriamo le file”. Leao ha raggiunto quota 12 reti in campionato, 13 stagionali. Solo l’anno scorso ha siglato di più (14). E il Lecce gli porta bene, è la sua vittima preferita: ha punto i giallorossi quattro volte, la prima del 2020. Sempre di testa. “Il mister mi sprona sempre ad allenarmi di più per buttarla dentro anche così: dice che con il mio corpo devo fare più gol di testa”. In carriera ha segnato in questo modo solo contro i salentini e l’Oleiros, squadretta affrontata al terzo turno di coppa portoghese nel 2017.

Quanti elogi

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Pioli l’ha elogiato, ma gli ha anche fatto un appunto: “Deve chiudere di più sul secondo palo. Sono pochi i terzini destri che possono reggerlo, ha un potenziale fisico incredibile, ma deve essere più dentro l’area e attaccare il secondo palo”. In sala stampa gli hanno chiesto se il portoghese può scalare la classifica del Pallone d’oro. Pioli ha dribblato con stile. “Tre mesi fa era tutto da buttare. Rafa è forte, e per far bene ha bisogno di giocatori forti, come Theo o Maignan. Pensiamo alla partita con la Roma”. Palla in tribuna, senza fronzoli, prima dell’endorsement di Baroni, anche lui stregato da Rafael nonostante i due gol presi: “Il Milan fa bene a tenerselo stretto, è il classico giocatore che vorresti avere nella tua squadra. Sta facendo una stagione straordinaria”. Il sorriso di Rafa mentre corre con la palla al piede è nato grazie a Pioli, il primo a dirgli chiaro e tondo che avrebbe dovuto divertirsi di più. Oggi lo fa, e sa come riaccendersi.

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