Leao, Krunic, Tomori: tre “chiamate” per la sfida col Verona

Pioli, alle prese con troppe assenze, vuole restare agganciato al treno scudetto. E per farlo punta su outsider

Il Milan alla prova… “fatal”. Perché il Verona è storia di incubi, delusioni, scudetti sfumati, anche se stavolta niente cabala. Occhi della tigre. Pioli vuole restare agganciato al treno scudetto e pretende riscatto in trasferta, dove il Milan ha perso una sola volta in campionato (contro lo Spezia). Ibra sempre out, lì davanti tocca ancora a Leao, chiamato a un gol che manca dal 6 gennaio. E’ lui uno dei più attesi per la sfida delle 15.

LEAO, GOL CERCASI

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Dategli il 9 e sarà felice. L’ha fatto a Lilla e pure a Lisbona, lato Sporting, quando rifilò tre gol alla Juve durante la Youth League del 2017. Thiago Fernandes, il suo primo mister, disse che il suo talento andava “solo direzionato”. Pioli l’ha fatto in più forme: esterno, trequartista e attaccante, il ruolo in cui giocherà oggi col Verona. Con Ibra fuori per infortunio lì davanti tocca ancora a Leao, il ragazzo di Almada, quello che per Pioli “non va coccolato”, ma messo in condizione di poter esprimere il talento che ha. E ne ha. Quest’anno ha segnato 6 gol in 29 partite, 4 di questi giocando proprio da “centravanti”. L’ultimo, però, risale addirittura al 6 gennaio contro il Toro. Due mesi di digiuno, ma i numeri sono dalla sua: Leao ha già eguagliato il numero di reti segnate l’anno scorso (6 in 33 partite, tre giocando da punta). A Lilla, nel 2018-19, 8 gol con Galtier in panca, altro cultore del 4-2-3-1. “Rafael è il bomber ideale”. Ed era così pure allo Sporting, riferimento centrale del 4-3-3. La baby Juve se lo ricorda ancora.

KRUNIC, ORA O… ORA

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Il jolly alla prova del… 10. Rade Krunic giocherà lì, trequartista al posto del “Calha” infortunato (come contro la Stella Rossa in Europa League). Di nuovo titolare in Serie A dopo due mesi: l’ultima il 3 gennaio a Benevento, Inzaghi battuto e 54’ in mediana. Perché il bosniaco gioca ovunque: regista, fantasista, pure esterno. Jolly. Anche se in questa stagione non ha inciso quasi mai, anzi: col Celtic, in Europa, un suo errore aveva compromesso un match in cassaforte (poi vinto 4-2). Ora, dopo una sfilza di panchine e appena 55’ nelle ultime 10, è chiamato a sostituire il turco, quest’anno re dell’assist a Milanello. Partita da ‘o la va o la spacca’ quindi, ancora una volta in un ruolo non suo. Del resto non ne ha uno: “In questo modulo non ho una posizione, ma sto imparando”. Ora deve incidere.

ANCORA TOMORI

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Ormai non fa più notizia: difesa a Tomori e Gigio sta al sicuro, perché con l’inglese in campo dall’inizio il Milan non ha mai perso. Tre vittorie in campionato, due pari in Europa da migliore in campo (o quasi). “Fik” è una certezza, centrale roccioso e pure veloce, tant’è che Pioli ha ricordato più volte il recupero su Veretout contro la Roma. All’Olimpico ha “panchinato” Romagnoli, stavolta tocca a Kjaer. E il terzo incomodo, ora, fa traballare la coppia perfetta. Arrivato a gennaio in prestito dal Chelsea, il riscatto è fissato a 28 milioni e mezzo. Tanti. Ma Tomori piace a tutti, addetti ai lavori e tifosi, sono bastate due partite per convincere i dirigenti rossoneri a pensare all’investimento. Del resto in carriera ha sempre fatto così: arriva, gioca, stupisce e non esce più, perché poi gioca e fa bene. Dopo aver fermato Bologna, Crotone e Roma tocca al Verona di Juric. Un partita da non sbagliare per restare aggrappati al treno scudetto. Tomori c’è.

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