Leao inventa, Tonali segna: il Milan passa a Verona e torna a +2 sull’Inter

Il Diavolo si avvicina allo scudetto grazie alla doppietta del suo numero 8 e al gol di Florenzi nel finale. Ora ci sono solo 4 punti a separare i rossoneri dal titolo

D’ora in poi, guai a chi metterà ancora l’aggettivo fatale davanti alla parola Verona. Quelli erano altri tempi, morti e sepolti. Perché stavolta il Milan a Verona si è cucito virtualmente mezzo scudetto sulla maglia. Esagerati? Fate voi: ora alla bandiera a scacchi mancano soltanto due curve e il Diavolo non solo si è rimesso in tasca i due punti di vantaggio sull’Inter, ma ha conservato il “bonus”. Nei prossimi 180 minuti può prendersi persino il lusso di concedere un pareggio. Quattro punti per una festa che manca da undici anni e che, a giudicare da questa partita, il Milan ha tutta l’intenzione di celebrare. Perché schiantare il Verona a casa propria 3-1 può tranquillamente essere catalogato alla voce imprese stagionali. Contro una squadra in grande forma e in un ambiente bollente (ma con 16 mila cuori rossoneri al seguito). Bollente come sarà San Siro domenica prossima con l’Atalanta. E’ già un primo match point: con Milan vincente e nerazzurri k.o. a Cagliari, sarebbe scudetto.

Hanno deciso una doppietta di Tonali, che ha santificato il suo 22° compleanno, e un gol di Florenzi. Una vittoria in rimonta, dopo il vantaggio veneto di Faraoni, ottenuta con la maturità della grande squadra: senza scomporsi, proseguendo a tessere il proprio calcio. A confortare in vista degli ultimi due match è anche la condizione atletica: le gambe girano e reggono gli urti. E Pioli, come spiegheremo, ha tirato di nuovo fuori dal cilindro una carta tattica vincente. Con buona pace di chi assicurava che avesse uno spartito solo, ormai troppo prevedibile. Quattordici risultati utili di fila, due gol subiti da inizio marzo: questo è il Milan che si sta avventando sullo scudetto.

Le scelte

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Per Pioli, poi, anche la soddisfazione di ritrovarsi con l’infermeria vuota. Un solo indisponibile (Kjaer), quota minima ottenuta soltanto un’altra volta in un’annata massacrata da guai di ogni tipo. Quindi opzioni plurime per il tecnico rossonero, che rispetto alla Fiorentina ha cambiato per due terzi la trequarti: dentro Saelemaekers e Krunic (in posizione centrale), ovvero mediana senza Bennacer e affidata al tandem Tonali-Kessie. Davanti Giroud. Al centro della difesa Kalulu e Tomori. Anche Tudor conferma le ipotesi della vigilia, confermando Gunter al centro della difesa e preferendo Lazovic a Depaoli sulla sinistra. Attacco affidato a Barak-Caprari-Simeone: tutti in doppia cifra, 39 gol in tre. Quanta fatica però, nella prima mezzora, per trovare la giocata. Anzi, anche solo per tentarla. Un Hellas spaccato in due, con il tridente scollato dal resto della squadra perché il Milan nei primi trenta minuti ha martellato incessantemente, impedendo alla mediana gialloblù di assistere gli attaccanti e alla difesa di organizzarsi. Merito innanzitutto dell’atteggiamento: cattivo, aggressivo, lucido. Non è da tutti mandare sott’acqua l’Hellas in casa sua. E poi merito assoluto di Pioli, che ancora una volta ha sparigliato le carte in particolare con due mosse: Hernandez molto (ma molto) dentro al campo, una sorta di mediano aggiunto, e soprattutto Tonali del tutto “fuori posizione”, se per posizione naturale intendiamo i consueti metri quadri deputati alla regia. L’8 rossonero si è mosso praticamente fra trequarti e attacco, grazie agli spazi aperti dai movimenti di Krunic, ed è stata la trovata pioliana che più ha mandato in difficoltà i veneti nonostante la costante marcatura a uomo di Ilic. Accanto a lui, come detto, si è mosso intelligentemente Krunic (efficace in doppia fase), così come è stata intelligente la partita di Saelemaekers, che ha compreso di non dover strafare e ha assistito efficacemente la fase offensiva.

(Pre)potenza

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Prima mezzora quasi a senso unico, dicevamo. Il primo vero squillo è stato al 14’ con un colpo di testa di Krunic smanacciato via sotto la traversa da Montipò. Un minuto dopo il Milan è passato: lancio di Maignan – soluzione lussuosa già vista in stagione – direttamente per Tonali appostato al limite dell’area, l’8 rossonero si è liberato con la forza di Ilic e ha battuto Montipò, ma il check del Var ha decretato il (giusto) fuorigioco. Contraccolpi? Nessuno. Il Diavolo ha continuato a pigiare sull’acceleratore e il portiere gialloblù ha dovuto salvare su Calabria (19’), mentre Krunic ha spedito un destro di poco alto sulla traversa (27’). Due i break dell’Hellas, uno con Caprari e l’altro con Simeone, entrambi sull’esterno della rete rossonera. Brividi comunque per Maignan, che al 38’ ha alzato bandiera bianca al termine di un’azione del Verona che ha fatto fare una brutta figura a tutto il Milan: azione innescata dalla difesa veneta, con un passaggio in verticale che ha tagliato fuori trequarti e mediana rossonera, e sviluppo sulla sinistra con cross di Lazovic e colpo di testa vincente di Faraoni. Male tutta la linea difensiva del Milan. Al Milan è bastato abbassare un minimo l’intensità per esaltare tutte le qualità della squadra di Tudor. Anche in questo caso, però, il Diavolo è stato maturo. Non si è disunito – nel gioco e nella testa -, non è andato nel panico ma ha atteso, pazientato e colpito al tramonto del primo tempo: anche in questo è stato un difensore centrale – Tomori – a innescare un’ala, Leao, che è andato via di (pre)potenza a Casale e ha servito Tonali in area piccola per il tocco vincente. Ancora Tonali, ancora da attaccante aggiunto.

Pressione non

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Il pareggio all’ultimo respiro ha rimesso in pressione il turbo dei rossoneri, che sono tornati in campo nella ripresa con il chiaro intento di chiudere la pratica. Cinque minuti ed è arrivato il raddoppio. In contropiede, con un’azione avviata da Saelemaekers e pallone consegnato sui piedi migliori possibili per una ripartenza, ovvero quelli di Leao. Il portoghese ha lasciato sul posto Barak e ha messo in mezzo nuovamente basso e nuovamente per Tonali, che ha infilato a porta vuota. All’ora di gioco, col Verona aggressivo nella metà campo rossonera, Pioli ha messo dentro Rebic per Giroud e Messias per Saelemaekers, anche se non è stato sufficiente ad arginare la pressione veneta, magari non così organizzata come abbiamo imparato ad apprezzarla, ma abbastanza costante. L’Hellas ha provato ad accerchiare il Milan transitando dalle fasce, ma in realtà Maignan non ha corso pericoli realmente seri. Si è trattato più che altro di mantenere i nervi saldi e mantenere l’organizzazione difensiva, provando a chiudere il match di rimessa. Match che si è chiuso al minuto numero 86 con un perfetto diagonale di Florenzi, che ha scelto di celebrare così il rientro in campo dopo un mese di stop. Messias si è poi divorato il quarto gol, ma è diventato un dettaglio nella partita dell’ennesimo trionfo. E di uno scudetto che ora inizia davvero a intravedersi.

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