Le strade del nuovo Napoli: Deulofeu, Bernardeschi, Beto e Scamacca nel mirino

NAPOLI – In fin dei conti, siamo all’ouverture: eppure qualcosa è già successo. C’è la traccia per iniziare un romanzo, stavolta più denso di quelli precedenti, e se poi finiremo per trovarci in un thriller, si scoprirà solo sfogliando le pagine di questa ennesima estate rovente e anche un po’ tortuosa, con dentro un’idea di Napoli nuovo o anche un antico. E’ già andato via Lorenzo Insigne, anche se sta facendo ancora le valigie, ma con lui si dissolve un decennio, che porta via con sé i tiriaggiro e tanti sogni: non ci si libera così facilmente del peso della memoria dei suoi 122 gol, però Khvicha Kvaratskhelia si è messo a lanciare messaggi subliminali che un po’ spingono a stropicciarsi gli occhi. E’ un antipasto, ovvio, e ci vorranno serate più severe per sapere chi sia e cosa sappia fare questo giovanotto che ha spinto Giuntoli & Micheli, diesse e capo scouting, a convincere Adl a mettere dieci milioni di euro sul banco: ma un indizio è un terzo d’una prova. Il saluto di Faouzi Ghoulam ha riaperto ferite nell’immaginario collettivo, perché la corsa possente ed elegante di quello ch’era diventato tra i più forti esterni bassi di sinistra del pianeta s’è trasformata in dolente malinconia: e il Napoli, per togliersi di dosso la polvere d’un quinquennio attraversato aspettando che l’algerino tornasse se stesso, ha provveduto a riempire la fascia con Mathias Olivera, ha fisico e corsa, viene da un calcio che s’avvicina all’Italia, è uruguayano e Cavani l’ha introdotto in città.

L’enigma Osimhen

In realtà, si è ben dentro ad un labirinto, costruito ad arte dal destino: nessuno sa bene quale sia la via di fuga, né quanto tempo ci voglia per scovarla, perché dipende dagli altri, innanzitutto, e da ciò che dirà questo mercato. In un universo così spazioso, c’è un centro di gravità (quasi) permanente ch’è rappresentato da Victor Osimhen, dalla sua esuberanza, dalla sua innata capacità di diventare decisivo: il fattore-O incide, eccome, soprattutto adesso che si è presentato (anche) il Bayern Monaco, e 110 milioni di (vil) danaro possono sempre indurre a lasciarsi sedurre. E’ umano. Ma non è scontato che accada, perché il Napoli non intende scendere sotto quella cifra che rappresenta la via maestra per investire e ricostruirsi: è accaduto con Cavani, poi con Higuain, e solo la possibilità di rielaborare il proprio progetto e tinteggiarlo di fresco spingerebbe a privarsi di un 23enne con tanti gol nelle proprie corde. Però, intanto, un’occhiata in giro il Napoli l’ha lanciata, si è informata su Beto dell’Udinese, e pure su Deulofeu, e certe domande servono per avere un piano alternativo o anche preventivo nel quale c’è finito pure Bernardeschi, contattato per avere dinnanzi a sé percezione della propria volontà.

Napoli, Osimhen possibile 'motore' del mercato: chi può uscire e gli obiettivi

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Napoli, Osimhen possibile ‘motore’ del mercato: chi può uscire e gli obiettivi

La situazione Koulibaly

Poi c’è Koulibaly, mica uno qualsiasi, con il suo contratto che scadrà nel 2023 e qualsiasi svolta da considerare: il valore di mercato non può scendere al di sotto dei 40 milioni di euro ma il Napoli spera di convincere il proprio capitano a rinnovare. Nel mistero più fitto, rimane da risolvere il destino di Ospina – con Vicario e Gollini obiettivi già sondati, come Hjulmand per il centrocampo – e di Mertens, entrambi ormai parametro zero e comunque profili dai quali Adl non vorrebbe staccarsi ma per i quali il sacrificio economico sarebbe comunque tenuto in linea con i parametri ed i paletti già fissati, che prevedono contenimento dei costi. In questo giochino che dispensa milionate di euro per il momento assai virtuali, c’è anche la possibilità che nulla muti nell’orizzonte opaco del mercato e che il Napoli riparta (anche) da Koulibaly ed Osimhen, i pilastri di una dorsale sulla quale Spalletti conta per ricominciare, per non vedere azzerata, e quasi del tutto, la propria identità. Saranno settimane da capogiro.

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