
L’orso dell’Atletico
Un orso “rampante” che mangia i corbezzoli da un albero e la tela dei materassi che si fabbricavano nella capitale spagnola all’inizio del secolo scorso. Sono i segni di riconoscimento dell’Atlético Madrid fondato il 26 aprile 1903 (tredici mesi dopo i grandi rivali cittadini del Real) da un gruppo di studenti baschi residenti nella capitale spagnola con l’intenzione di creare una società satellite, una costola dell’Athletic Club Bilbao: la squadra madrilena (il cui primo nome fu in effetti “Athletic Club Sucursal de Madrid”) adottò gli stessi colori sociali del sodalizio basco, inizialmente bianco e blu, per poi passare nel 1910 al bianco e rosso sempre dei bilbaini. Per la cronaca fu il centrocampista Juan Elorduy dell’Athletic – inviato dal suo presidente in Inghilterra per comprare 50 magliette biancoblù a strisce verticali dei Blackburn Rovers – che si vide costretto a un’improvvisa “strambata” perché non ne trovò in numero sufficiente una volta arrivato nella città del Lancashire.Tornò mestamente al porto di Southampton per reimbarcarsi in direzione Bilbao. Aveva alcune ore di tempo prima della partenza della nave. Fece così un giro in città dove notò le casacche biancorosse dei “Saints”. S’informò, ce n’era disponibile una cinquantina e fece l’acquisto. Le magliette piacquero al presidente dell’istituzione calcistica delle Province Basche e di conseguenza vennero adottate anche dalla filiale madrilena.
Solo nel 1921 si celebrò l’indipendenza dai baschi. Infatti nel nome ufficiale del club della capitale scomparve la versione inglese con la lettera “acca” mentre apparvero la “e” con accento acuto e la “o” finale alla spagnola: ecco dunque il “Club Atlético de Madrid” come lo conosciamo oggi. “Atleti”, così lo chiamano per brevità tifosi e media, ma anche (e soprattutto) conosciuti per via di un curioso soprannome: “colchoneros”, letteralmente materassai (da “colchones”, appunto materassi). Il “nickname” pluricentenario nacque dal fatto che le tele a strisce bianche e rosse erano usate per foderare i materassi del tempo. Se Elorduy avesse trovato le maglie biancoblù a Blackburn, come previsto, il nomignolo di “colchoneros” non sarebbe mai esistito… Lo stemma ufficiale dell’Atlético è lo stesso della città di Madrid: “el Oso y el Madroño” (l’orso e il corbezzolo). Un simbolo araldico che risale al XIII secolo. Prima c’era solo un orso in orizzontale. Fu il Re Alfonso VII nel 1222 a dirimere una disputa fra il clero e la cittadinanza per lo sfruttamento delle terre. Il sovrano intervenne assegnando i pascoli al clero e la gestione del legname e della selvaggina alla popolazione. Da quel momento fu aggiunto nel gonfalone un albero, il corbezzolo, che cresceva abbondante nelle terre di Madrid. Gli orsi erano molto diffusi un tempo nei boschi intorno alla città, come i tori a Torino, nella latina Augusta Taurinorum. Dal 1967 una statua di pietra e bronzo alta quattro metri e pesante 20 tonnellate campeggia nei pressi della centralissima “Puerta del Sol”: raffigura “El Oso y el Madroño, opera dello scultore Antonio Navarro. È uno dei simboli più fotografati in città. Un monumento analogo in bronzo (leggermente più alto e più pesante) sorge di fronte allo stadio Cívitas Metropolitano dove dal settembre 2017 gioca l’Atlético dopo la demolizione del vecchio “Vicente Calderón”.
Le gazze di Newcastle
Nel 1881 i dirigenti dello Stanley Cricket Club di South Byker, quartiere di Newcastle upon Tyne, decisero di creare anche una sezione calcio dal nome Stanley FC. Poco tempo dopo, la denominazione della società venne cambiata in Newcastle East End anche in contrapposizione ai rivali cittadini del West End. Finalmente il 9 dicembre 1892 l’East End variò il nome in Newcastle United, come fece anni (10 anni dopo) il Newton Heath che si trasformò in Manchester United. Il colore originario era rosso, con pantaloncini e calzettoni alternativamente bianchi oppure neri. La maglia a strisce verticali bianconere (e pantaloncini neri) venne adottata permanentemente nel 1894 allorquando il Newcastle dovette giocare a Nottingham contro il Forest che aveva gli stessi colori rosso-bianchi. Nati 27 anni prima, i padroni di casa ottennero dalla Federcalcio il beneficio di utilizzare la maglia ufficiale inducendo al cambio gli ospiti, i quali però non possedevano all’epoca una seconda divisa. Venne così contattato l’altro club cittadino, il Notts County, che prestò al Newcastle il suo corredo “black & white”. Proprio come il filantropico Notts County farà 9 anni dopo con la Juventus bramosa di cambiare l’antica divisa rosa.
La maglia piacque ai dirigenti del Newcastle e divenne definitiva anche perché si trattava dei colori tradizionali del “tartan” (tipico “kilt” cerimoniale) a quadretti bianconeri della Contea del Northumberland di cui Newcastle upon Tyne è la città principale, a meno di 50 miglia dal più vicino comune della Scozia. Dal 1893 il Newcastle si esibisce al St James’s Park: quando i rivali cittadini del West End si sciolsero. Il soprannome dei giocatori è “Magpies” cioè gazze. Perché l’uccello attratto dall’oro e da tutti i metalli luccicanti ha il piumaggio bianconero. Il “nickname” alternativo è “Toon” in quanto gli abitanti della città parlano con il caratteristico accendo “Geordie” (simil scozzese) e pronunciano per esempio “toon” la parola “town”, città. Quantunque non ci sia evidenza nell’attuale stemma del Newcastle (derivato da quello cittadino) la gazza è apparsa sul logo del club dal 1976 al 1988.
Cavallette di Zurigo
Il Grasshopper Club è stato fondato a Zurigo, il 1º settembre 1886 dallo studente inglese Tom E. Griffith. In inglese, la parola “grasshopper” significa cavalletta. Secondo una corrente di pensiero questo nome e il relativo emblema sono stati scelti per rispecchiare le nobili ambizioni del sodalizio, poiché una cavalletta può saltare fino a 200 volte la propria altezza. Altri credono che l’emblema sia derivato invece dall’insetto verde-brunastro presente in uno stemma araldico inglese. Dal quale il soprannome affibbiato alla squadra: “le cavallette” in italiano, “die Heuschrecken” in tedesco e “les sauterelles” in francese. Il Grasshopper giocò la sua prima partita nell’ottobre dello stesso anno, un’amichevole contro il Polytechnikum Football Club, squadra della scuola politecnica federale di Zurigo.
Il risultato finale fu di 0-0. Seguirono, negli anni seguenti, solo partite amichevoli, in quanto non era ancora istituito un campionato nazionale. Una di queste amichevoli, nel 1893, fu la prima partita giocata da una squadra svizzera all’estero, in Germania: il Grasshopper batté 1-0 una squadra di Strasburgo, all’epoca parte dell’Impero tedesco. Dalla fondazione i colori delle “Cavallette” sono il bianco e il blu, quelli della città e del Canton Zurigo (o quelli dei Blackburn Rovers secondo un’altra versione)