Le pagelle prima del derby Milan promosso, Inter no

In un mare di ipotesi e variabili, inevitabili in una materia liquida come il calcio e ancor di più in questo caso trattandosi di una stracittadina per di più tra due squadre in costruzione, Milan e Inter si avvicinano al derby di domenica sera con due certezze, entrambe certificate dai numeri: Vincenzo Montella ha trovato i suoi titolari e gli 8 punti in classifica di distacco dei rossoneri sui nerazzurri sono suffragati da una media voto complessiva nettamente migliore.

Milan, usato sicuro — Abbiamo preso in considerazione i calciatori delle due squadre che abbiano giocato almeno 5 delle 12 partite di campionato fin qui disputate: ebbene, solo 12 milanisti, contro i 15 interisti, sono scesi in campo un tal numero di volte. Dieci di loro si vedono in campo in pratica dall’inizio del torneo (Donnarumma; Abate, Paletta, Romagnoli, De Sciglio; Kucka, Bonaventura; Suso, Bacca, Niang), altri due – Montolivo e Locatelli – si sono alternati dopo l’infortunio che costringerà il primo a perdere il resto della stagione. Per gli altri, i nuovi soprattutto, da Lapadula (che però sta insidiando sempre più da presso Bacca), a Sosa, Gomez, Pasalic, Mati Fernandez, solo spiccioli, 2-3 presenze, e neanche tutte da titolari. Così pure per i vari Honda, Luiz Adriano, Antonelli… La media voto complessiva della Gazzetta è pari a 6,06, con punte positive per Donnarumma (6,71), Suso (6,29), Niang (6,20) e Locatelli (6,17) e negativa per Abate (5,61).

Inter, cambiare non serve — Discorso diverso per l’Inter. Stefano Pioli ha preso in mano la creatura solo ora, e proprio nel derby farà il suo esordio sulla panchina nerazzurra. Quindi non è la “sua” Inter quella che ha cambiato 15 giocatori nelle prime 12 giornate, da Ansaldi (5 presenze) a Handanovic (12). Il risultato, come testimoniato dalla posizione occupata in classifica, non è stato pari alle attese: la media voto Gazzetta è pari a 5,86, con Icardi (6,38) e lo stesso Handa (6,30) che precedono di poco, col segno +, Miranda (6,21) e Candreva (6,14). Sufficienze più o meno stiracchiate anche per Medel (6,11), Joao Mario (6,09), Eder (6,05) e Perisic (6 pieno); il resto è un grigiore abbastanza diffuso che dimostra come Frank de Boer non abbia saputo trovare la chiave giusta per sbloccare i meccanismi di una squadra confusa anche da continui cambi di modulo.

 Fabrizio Salvio 

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