Lazza: “Ho il pallone di Milan-Tottenham in macchina. Leao forte anche a rappare”

Il cantante secondo a Sanremo: “Mi ha gasato tantissimo il suo appello per farmi votare. Appena posso vado in curva”

Chiara Soldi @thatsamoney_

3 marzo – Milano

Se esistesse la Champions della musica, la coppa la alzerebbe senz’altro lui. Lazza, nome d’arte di Jacopo Lazzarini, è tra gli artisti che più stanno lasciando il segno quest’anno, riuscendo dove altri hanno fallito: portare l’hip hop e l’urban a giocarsi la vittoria al Festival di Sanremo. Con il brano “Cenere” si è poi classificato al secondo posto, dietro a Marco Mengoni, ma il suo è stato un successo senza precedenti che lo ha portato ad essere l’unico cantante in gara ad entrare nella Top 50 Global di Spotify. Ma non è il solo grande traguardo raggiunto dal rapper milanese: oltre a svettare nella graduatoria dei più streammati con 7 milioni di ascoltatori mensili, il 17 febbraio ha addirittura superato Vasco Rossi piazzando il suo disco “Sirio” per la 20ª settimana in testa alla classifica degli album più venduti. Un record assoluto. Se volessimo fare un paragone calcistico, Lazza viaggia spedito verso la storia come l’irrefrenabile Napoli di Spalletti. Ma il suo cuore batte per il Milan e i colori rossoneri fanno parte della sua vita fin da bambino: “È una fede di famiglia”, racconta. Appena può fa un salto allo stadio per stare in mezzo ai tifosi a sostenere la squadra, proprio come canta nel brano “Siri”: “Sto meglio in Curva Sud che coi ricchi al Ground Box”. Anche se a bordo campo ci è stato, proprio su invito del club, per seguire Milan-Tottenham e lì i tifosi gli hanno regalato l’ennesimo momento magico cantando per lui “Cenere”: “È stato qualcosa di mitologico. Il grande sogno? Un mio concerto a San Siro”.

Torniamo per un momento alla finale del Festival. Mengoni, favorito ancor prima dell’inizio, si è rivelato imbattibile, ma ci dica la verità: ad un passo dalla vittoria, ci ha creduto?

“Eh si, ci ho creduto eccome. Comunque sia mi sono impegnato molto e sono convinto di aver fatto bella figura, quindi sono felice così. Mengoni era indistruttibile, è bravissimo e le sue sono state delle performance incredibili. Tra l’altro siamo diventati molto amici proprio grazie a Sanremo: in una puntata di “Stasera c’è Cattelan” ha pure fatto un divertente appello perché non gli rispondevo da 12 ore e si stava preoccupando. È un vero mito”.

Sanremo è stato per lei la consacrazione di un anno incredibile fatto di record che non smette di infrangere, su tutti quello ottenuto con Sirio, per la 20esima settimana in testa alla classifica degli album più venduti. Cosa significa per lei?

“Grande! Sei la prima che dice il numero di settimane corretto! In questi giorni ho letto di tutto: chi scrive 14, chi 17, invece sono 20 e ci tengo perché è un bel risultato, ne sono felice. Ma se devo essere sincero, in generale non penso molto ai numeri, secondo me se ti fissi troppo su quelli finisci per fare della brutta musica. Credo che la cosa più importante sia fare delle belle canzoni, questo è il consiglio che mi sento di dare a tutti”.

Parliamo un po’ di un’altra sua grande passione: il Milan. Ha molti amici tra i rossoneri, tra cui Leao che l’ha supportata anche durante il Festival chiedendo ai tifosi di votarla. Che rapporto avete?

“Mi ha gasato tantissimo quando ha fatto quell’appello per farmi votare. Ma anche quando ha cantato “Cenere” durante un allenamento, il video è diventato virale e mi ha fatto mega ridere. Voglio molto bene a Rafa, lo sento spesso e siamo andati più volte a cena insieme. Io e lui abbiamo più di una passione comune, su tutte il Milan e la musica. Parallelamente all’essere calciatore è anche musicista ed è molto bravo, mi incuriosisce. Purtroppo capisco poco i suoi testi essendo in portoghese, ma i suoi pezzi suonano davvero bene. Poi è un ragazzo alla mano come me e mi ci trovo tantissimo”.

Secondo lei, cosa accomuna rapper e calciatori?

“Una cosa che li lega tanto è di sicuro il materialismo: la passione per i macchinoni, gli orologi… Però ci vedo molte altre analogie, ad esempio il più grande paragone sta nel percorso: in pochi sfondano davvero e quando succede è sotto gli occhi di tutti. È bello vedere che un giovane partito da zero, come è capitato a me o a Leao, poi ce la fa e arriva in alto. Che tu sia un’artista o un calciatore, vincere è il riscatto più grande”.

È stato a San Siro per Milan-Tottenham…

“E mi sono pure portato il pallone della partita a casa. Un regalo della curva del Milan”.

E dove lo tiene?

“In realtà è ancora in macchina, mi scordo sempre di portarlo in casa…”.

Prima della partita la curva le ha dedicato “Cenere”, cos’ha provato?

“È stato emozionante. Quando vado a San Siro di solito sto proprio in curva a cantare i cori in mezzo ai tifosi, quindi sentirli intonare una mia canzone è stato qualcosa di mitologico. Bello e soprattutto inaspettato: sono andato allo stadio invitato dal Milan e quando da bordo campo ho sentito la curva cantare mi si è gelato il sangue. Non saprei come altro descriverlo, dovreste provare un’emozione così per capirlo”.

Le piacerebbe scrivere e cantare l’inno del Milan?

“Certo, sarebbe bellissimo. Ma non ora, è presto…”.

Come vede il ritorno a Londra contro il Tottenham?

“Speriamo di fare bene anche in trasferta. Sono fiducioso. Mi piacerebbe andare, se riuscissi a liberarmi dai vari impegni post Sanremo sarei capace di fare una pazzia delle mie. Anche perché dopo lo stop per la pandemia sto andando più frequentemente allo stadio, mi era proprio mancata quella sensazione che si prova nel vedere le partite dal vivo. In ogni caso, alla prima domenica libera mi troverete sempre lì, in curva a tifare Milan”.

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