Lazio, tutti i segreti del Borussia Dortmund

Dopo il Bayern, che ha vinto otto titoli consecutivi con cinque allenatori diversi (Heynckes, Guardiola, Ancelotti, Kovac e Flick), il Borussia Dortmund è la seconda forza economica e sportiva della Bundesliga: fattura 486,9 milioni e in campionato dal 2012 ha raccolto 525 punti. Con il Bayern (sei trionfi) e il vecchio Amburgo di Magath e Hrubesch, è uno dei tre club tedeschi ad aver conquistato la Coppa dei Campioni/Champions. Impresa che gli è riuscita nel 1997, era la squadra di Sammer e Kohler, di Reuter e Paulo Sousa, di Andy Möller e dell’ex laziale Riedle. Superò in finale la Juve di Lippi e Del Piero, Boksic e Vieri: partita senza storia, 3-1, doppietta di Riedle e gol di Ricken. Faceva parte di quel gruppo anche Zorc, che ora ricopre il ruolo di direttore sportivo. L’allenatore era Ottmar Hitzfeld, il primo a costruire un Borussia Dortmund in grado di coniugare bellezza e risultati prestigiosi, pescando con sapienza anche tra gli esuberi di una Serie A ingorda e con poca pazienza, che già all’epoca consumava carriere alla velocità della luce, come nel caso degli juventini Reuter, Kohler, Paulo Sousa, Möller e del laziale Riedle.

Lazio-Borussia Dortmund in diretta: martedì ore 21

Borussia Dortmund, una tradizione consolidata

Una tradizione consolidata: divertimento, schemi all’avanguardia, talenti da scoprire e da rivendere (Dembelé e Pulisic, Aubameyang e Mkhitaryan, Götze e Gündogan). La tendenza non è cambiata. Da Hitzfeld all’impronta del calcio “heavy metal” di Klopp, capace di vincere la Bundesliga per due anni di fila (2011 e 2012). E poi, dopo Jürgen, che ha consegnato nel frattempo la Champions e la Premier al Liverpool, a Dortmund è stato il turno di Tuchel, altro guru della tattica, abituato a non rinunciare mai alle tre punte e alla creatività. Quasi una staffetta: anche Tuchel, che ora ha un ingaggio da sette milioni e mezzo nel Paris Saint Germain dello sceicco, è rimasto nel cuore dei tifosi.

Borussia Dortmund, un mercato ragionato

Un mercato ragionato, la ricerca di giovani di valore e il concetto di estetica sono diventati una regola. E il Borussia di oggi, allenato dallo svizzero Favre, 62 anni, terza stagione sulla panchina giallonera, cerca di non discostarsi dalla traccia lasciata in eredità da Hitzfeld, Klopp e Tuchel. Regala spesso emozioni, ha segnato 174 gol in 72 partite di Bundesliga, anche se ha conquistato solo una Coppa di Germania, nel 2019. Favre ha contribuito a creare una rosa che vale 587 milioni. E cento di questi potrebbe garantirli Erling Haaland, il centravanti norvegese che il Real Madrid – senza la crisi generata dalla pandemia – avrebbe provato a portare al Bernabeu.

Lazio-Borussia Dortmund: le statistiche

Haaland e Sancho, che gioielli!

Domani sera, all’Olimpico, Favre sfiderà la Lazio per la quinta volta nella sua carriera: l’aveva già affrontata, in Europa League, quando guidava il Borussia Mönchengladbach e il Nizza. Un pareggio e tre sconfitte, cinque gol realizzati e nove subiti. Ha perso due gare con Inzaghi e una con Petkovic. Il primo pericolo è Haaland, 21 gol in 24 partite con il Borussia, ma non è l’unico. Jadon Sancho è l’altro gioiello. Vent’anni, ala, londinese: è cresciuto nel Watford, è il rimpianto del Manchester City, che nel 2017 lo ha ceduto per sette milioni e mezzo. Ora Sancho, 35 gol e 45 assist con la maglia giallonera, ha una clausola da 140 milioni. Nel 3-4-2-1 di Favre, Sancho accende i fuochi d’artificio, si muove alle spalle di Haaland: velocità, dribbling, tiro, passaggi filtranti. E un feeling perfetto con Brandt, 24 anni, ex Bayer Leverkusen, arrivato nel 2019 a Dortmund, otto gol e tredici assist.

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La spinta di Meunier e Guerreiro

Determinante, negli schemi di Favre, la spinta dei due esterni. Il belga Meunier, ingaggiato gratis dopo il divorzio con il Psg, gioca sulla fascia destra. E’ l’erede di Hakimi, tornato ad agosto al Real Madrid e poi girato dal presidente Perez all’Inter. Meunier è l’uomo degli equilibri, sa arretrare anche sulla linea dei difensori, è bravo in marcatura. Raphaël Guerreiro, mancino, compagno di Ronaldo nella nazionale portoghese, rappresenta invece la fionda che scombina spesso il gioco degli avversari. Per struttura fisica e caratteristiche ricorda il laziale Lazzari, assente domani a causa di uno stiramento. Nello scorso campionato tedesco ha segnato otto gol.

La saggezza di Witsel, il tesoro Bellingham

Witsel è il faro, l’esperienza, la saggezza. Bellingham è l’altro tesoro del Borussia: 17 anni, il ds Zorc lo ha scoperto nel Birmingham, serie B inglese. Eleganza, geometrie, chilometri, tackle. Witsel e Bellingham si completano. La difesa è il reparto che preoccupa di più Favre, anche se in campionato ha subito soltanto due reti in quattro giornate. Lunga la lista degli assenti: Emre Can è squalificato; Akanji è in quarantena dopo la positività al Covid; Zagadou, Schulz e Schmelzer sono infortunati. Alla fine di settembre, il Borussia ha vissuto in Bundesliga un pomeriggio da incubo soffrendo la rapidità dei contropiedisti dell’Augsburg. Il Borussia ha perso 2-0, gol di Uduokhai e Caligiuri.

Hummel leader della difesa

All’Olimpico, la difesa sarà governata da Hümmels. In dubbio Piszczek, l’alternativa è Passlack, in preallarme anche il baby spagnolo Morey, classe 2000, soffiato alla “cantera” del Barcellona. Il terzo centrale sarà Delaney, un mediano che Favre dovrà arretrare per tamponare l’emergenza. Discontinuo il rendimento del portiere svizzero Bürki, riserva di Sommer nella nazionale di Petkovic.

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