Lazio-tamponi, oggi via al processo. Duello sulle Asl con la Procura

Il club punta all’ammissione di nuovi testimoni e al rinvio, ma non si esclude un pronunciamento già stasera: si va verso una penalizzazione

Elisabetta Esposito e Valerio Piccioni

16 marzo – Milano

Prende il via questa mattina davanti al Tribunale federale il processo di primo grado sul caso tamponi-Lazio che ha portato al deferimento del club, del presidente Lotito e dei medici Ivo Pulcini e Fabio Rodia, accusati dalla Procura Figc di aver violato in sei occasioni il protocollo anti Covid. L’appuntamento è per le 11 e vista l’emergenza sanitaria del Paese si farà tutto in videoconferenza.

Scenari

—  

Gli scenari sono diversi, così come le variabili in gioco. Di certo verrà aperto il dibattimento davanti al presidente del Tribunale Cesare Mastrocola e al collegio composto da altri quattro giudici. Quindi si valuteranno eventuali richieste di rinvio. In un primo momento la Lazio sembrava intenzionata a posticipare la data del processo per l’impegno di domani in Champions League contro il Bayern Monaco. Adesso però l’avvocato del club Gian Michele Gentile sembra orientato ad andare avanti adottando un’altra strategia difensiva. Tornando però alle fasi del processo di oggi, tra le prime cose da decidere c’è anche l’ammissione dell’istanza d’intervento del Torino quale società terza interessata. La società di Cairo vuole infatti prendere parte al dibattimento, visto che l’indagine della Procura federale è partita anche grazie ai due esposti dei granata.

Testimoni

—  

Quindi la Lazio chiederà (ed è questa la strategia di cui parlavamo sopra) che vengano ascoltati nuovi testimoni. Non è chiaro se tra questi ci siano Pulcini e Rodia (quest’ultimo in trasferta con la squadra, ma il fatto che il processo avvenga in videoconferenza potrebbe facilitare un’audizione immediata), ma quel che appare ormai certo è che il club voglia puntare su alcuni non tesserati (circostanza decisamente insolita in un processo sportivo, dove tutto quello che non è strettamente collegato a un club viene pesato solo in base alle carte prodotte). In particolare la Lazio vuole portare davanti a Mastrocola il dottor Enrico Di Rosa, dirigente del Servizio Igiene e Sanità pubblica della Asl Roma 1, ovvero quella competente su gran parte dei giocatori biancocelesti. Secondo il club Di Rosa avrebbe infatti accordato la partenza di Immobile per Torino dove ha giocato (e segnato) il primo novembre 2020, ma per i vertici Asl non c’è stato nessun invio da parte della Lazio della documentazione relativa alla presunta negativizzazione dell’attaccante e di conseguenza nemmeno una autorizzazione formale in merito. Del resto lo aveva fatto sapere già in passato, sottolineando come per molto tempo (fino ai giorni precedenti Lazio-Juve dell’8 novembre) i rapporti tra la Lazio e l’Azienda sanitaria si fossero limitati a qualche comunicazione ufficiosa. E proprio la mancata notifica delle positività alla Asl è al centro delle contestazioni fatte dalla Procura nel deferimento. Tre dei i sei capi d’accusa fanno infatti esplicito riferimento all’assenza di notifica, non solo per l’isolamento dei positivi, ma anche per il rispetto della bolla del gruppo squadra e la mappatura dei contatti stretti.

Variabili

—  

Se il collegio a questo punto deciderà di accettare le richieste dell’avvocato Gentile potrebbe essere disposto un nuovo calendario con i testimoni, altrimenti si andrà avanti. Il procuratore Giuseppe Chinè formulerà quindi la sua richiesta di condanna e le parti prenderanno parola, prima la Procura, poi la Lazio, quindi il Torino se la sua istanza verrà accettata. In questo caso il collegio si riunirebbe subito e il pronunciamento potrebbe arrivare già in serata. Ma come dicevamo all’inizio, le variabili sono troppe e può ancora succedere di tutto.

Precedente Tomori non trema mai. Rebic e Leao, serve un'altra testa Successivo Rummenigge: “Inter, che bello vederti così. Lukaku come me? Vi spiego...”