Lazio, Sarri: “L’Atalanta un esempio. Noi pronti a fare il nostro calcio”

ROMA – “La supremazia territoriale con la Fiorentina è stata pari. Abbiamo trovato una squadra di buoni palleggiatori che in alcune occasioni ci ha costretti a difendere. A Bergamo andiamo convinti di affrontare una squadra forte, il tentativo sarà quello di imporre il nostro gioco, come sempre. La costante di questo gruppo è di vincere con le big, la reazione è nelle caratteticihe della squadra. Ma l’obiettivo è la continuità e a prescindere dal risultato con l’Atalanta cerchiamo quella”. Pronto e carico Maurizio Sarri in conferenza nel giorno della vigilia del match a Bergamo. Il tecnico biancoceleste ha parlato del momento della squadra e non solo.

Sarri e la questione calendario

“Vediamo come stanno i giocatori, non lo sappiamo dopo la seduta di scarico. Da oggi capiremo le condizioni e se Cataldi e Luis Alberto possiamo farli giocare. L’Atalanta è una grande squadra, da qualche anno sta facendo un percorso straordinario. Hanno aggressività, intensità e ora a differenza dal suo inizio hanno anche palleggio. Ora la vedo come una squadra completa e come dice Guardiola è come andare dal dentista, puoi uscire indenne, ma senti male lo stesso. Milinkovic? A livello di accelerazione con la Fiorentina ha fatto la sua miglior partita. Vediamo come ne esce. Siamo alla terza partita con meno di 72 ore di riposo, non è successa a nessuna squadra in A, una difficoltà in più. Stiamo correndo troppo, tutti, in relazione a quello che facciamo. É un discorso di tempi e di distanze, la pressione si vanifica. Movimenti e tempi vanno aggiustati. E si può fare un bel lavoro con un dispendio di energia minore. Per Immobile parlano i numeri ed è in media. Nell’ultima partita, bloccata, ha avuto solo un paio di palloni perché contava difendere”. 

Obiettivi stagionali

“Sulle voci di mercato non so. Lui si allena bene, chiaramente è uscito deluso dal match di Bologna dalla sua prestazione e dal rendimento della squadra. Può far rifiatare Immobile, è a disposizione. Il rendimento fuori casa? Bisogna giocare con la stessa personalità, determinazione, applicazione visti all’Olimpico. Vedo una squadra timida, meno intensa e quindi abbiamo pagato. I campi, le porte, sono delle stesse dimensioni. A volte troviamo terreni belli, come a Verona, altri meno, ma siamo abituati. Io non faccio paragoni con l’anno scorso, ho solo valutato il gruppo che è insieme da diverso tempo. La Lazio ha fatto un ingresso in Champions negli ultimi anni nel periodo in cui Inter e Milan non c’erano, o comunque erano in un periodo marginale. Ora si è un po’ complicato il tutto, il mio arrivo non può capovolgere la situazione. Si può iniziare un percorso con il lavoro, la determinazione e la fame: così è possibile capovolgere certe aspettative, ma sono percorsi lunghi. Alla fine vedo che anche in Europa vincono quasi sempre le squadre economicamente più forti, qualche posizione la si può ribaltare, ma ribaltare tutto diventa complicato. La comunicazione in difesa? Stanno migliorando, Acerbi e Luiz Felipe sono più avanti anche su questo piano. Acerbi è in crescita, ci può dare tantissimo in questo momento. L’Atalanta è un esempio societario prima di tutto. Poi comportamentale. Fanno delle scelte precise e con convinzione prendono giocatori funzionali al loro modo di giocare. Parliamo di una fonte d’ispirazione per tutto il movimento, hanno dimostrato tanto. Sono un punto di riferimento. Noi facciamo il nostro percorso, non siamo l’Atalanta, dobbiamo fare un cammino simile nelle scelte, diverso a livello calcistico”. Le ali? Ne abbiamo pochi adattabili in quel ruolo. Ci sono Romero e Moro che sono interessanti sì, ma mi sembra prematuro dargli responsabilità. Raul è meno giovane ed è più avanti nel percorso. Possono diventare forti, in questo momento però, vanno utilizzati a spezzoni senza caricarli di responsabilità”.

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