Il tour de force che aspetta la Lazio
Un tour de force da 9 partite in 34 giorni (in media una ogni 3,7), che deciderà il destino nel girone europeo (Celtic all’Olimpico il 28 novembre e la chiusura a Madrid il 13 dicembre), darà avvio all’avventura in Coppa Italia (gli ottavi a Roma con il Genoa il 5 dicembre) e al tempo stesso definirà le possibilità di rimonta in campionato, dove al momento ci sono 4 punti e 5 squadre da recuperare per rientrare in zona Champions League. Considerando solo gli impegni in Serie A, dopo la gara all’Arechi (in programma sabato 25 novembre alle 15), seguiranno il match in casa con il Cagliari (2 dicembre) e la trasferta al Bentegodi con il Verona (9 dicembre). Una dopo l’altra, saranno affrontate le ultime tre in classifica. Un possibile vantaggio sulla carta, ma che dietro l’angolo nasconde il pericolo di scivoloni che peserebbero il doppio sulla classifica. A maggior ragione nel match a Salerno, che coincide con una giornata che prevede contemporaneamente tre scontri diretti: Atalanta-Napoli, Milan-Fiorentina e Juventus-Inter. Proprio i nerazzurri dell’ex Simone Inzaghi saranno l’unica big da affrontare (all’Olimpico) in questo ciclo da vivere tutto d’un fiato, seguiti dalla trasferta a Empoli e il match all’Olimpico con il Frosinone che chiuderà il 2023.
La mentalità della Lazio: evitare gli errori del passato
Insomma, un’opportunità per risollevare una classifica fin qui deficitaria, pesantemente condizionata dall’avvio shock delle due sconfitte consecutive nelle prime giornate con Lecce e Genoa. Ecco, è proprio su quel ricordo, ancora doloroso, che Sarri sta spingendo con la squadra, per sottolineare come non si possa sottovalutare alcun avversario. Serve sempre la massima concentrazione, andando avanti passo dopo passo. E il primo, appunto, è con la Salernitana della nuova gestione Filippo Inzaghi, un rivale con il quale il tecnico della Lazio si è confrontato solo due volte in carriera, quando guidava l’Empoli (una squadra che contava su Sepe, Hysaj e Vecino) nel suo primo anno di A. All’epoca Superpippo era al comando del Milan, ma nonostante il differente blasone dei club i due incontri si chiusero in parità. Un ulteriore monito, qualora ce ne fosse bisogno, di come i valori “sulla carta” siano tutto l’opposto di una scienza esatta.
Il mantra
C’è da giocare ogni partita come se fosse una finale e la panchina, mai così lunga, offre a Sarri la possibilità di sfruttare le energie di tutta la rosa. I jolly sono stati già sprecati, in dodici gare di campionato sono stati collezionati cinque ko, l’anno scorso ne erano arrivati otto in tutto il torneo. Occorre un altro approccio, senza presunzione e con il focus dritto sull’obiettivo. Uno step alla volta, la Lazio ha l’opportunità di rimettere a posto il suo percorso in campionato. Solo facendo così, come da mantra recitato all’interno dello spogliatoio, può essere davvero il suo momento.
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