Lazio, riecco Luis Alberto: il Mago ora insegue

ROMA – Un eroe con Inzaghi. Non gioca con Sarri. Luis Alberto è divisivo. Incanta, disegnando ricami con il pallone. Può far disperare un allenatore, dedito agli automatismi e alle sincronie di movimento nella fase difensiva, se non corre come gli altri nove. Riecco il Mago della discordia, condannato alla panchina, costretto a inseguire Vecino e Basic. Con l’Inter, di fronte al vecchio maestro che gli trovò una collocazione da mezzala sinistra e lo aiutò tirare fuori tutto il suo talento, addirittura scongiurandone l’addio al calcio (meditato nella prima, complicatissima, stagione in Serie A), si profila la terza esclusione di fila in altrettante giornate di campionato. Entrerà in corsa forse e continuerà nelle prossime ore ad animare il dibattito degli amanti del calcio, atterriti nel non vederlo in campo. A volte, però, la storia è molto meno complessa di certa narrazione. Per comprenderla occorre fare luce sui retroscena del mancato passaggio al Siviglia, concordato sulla carta e mai compiuto perché i paletti finanziari fissati nella Liga da Tebas sono rigidi e hanno impedito (sinora e quasi certamente anche il primo settembre) l’operazione. Luis Alberto, sino a pochi giorni fa e come ha testimoniato lo stesso Sarri, è stato condizionato dall’idea di un trasferimento che lui stesso bramava e che certamente incontrava la disponibilità della Lazio.

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Lazio, i paletti

Il ds Monchi, molto semplicemente, non è stato in grado di accontentare Lotito e le richieste di Lopetegui, ex ct della Spagna e principale estimatore di Luis Alberto, perché non aveva le coperture finaziarie per garantire i numeri dell’operazione: 4 o 5 milioni di prestito oneroso, 17-18 di riscatto obbligatorio. Era complesso anche soddisfare dal punto di vista economico Luis Alberto, sotto contratto con la Lazio sino al 2025 a 3 milioni netti d’ingaggio per stagione. Isco, svincolato dal Real Madrid, ha firmato ad appena un milione ma non ha tolto il posto al Mago. Il Siviglia, iscritto alla Champions, doveva tappare un buco in bilancio di 70 milioni. Ha venduto quasi per 100 (Koundé al Chelsea per 50, Diego Carlos all’Aston Villa per 31 le principali cession) ed è stato costretto a investire quei 30 su cui confidava per i difensori centrali mancanti (16 per Nianzou dal Bayern, 12 per Marcao dal Galatasaray). Così il Siviglia ha tentato di inserire Oliver Torres come pedina di scambio, ma non era una soluzione gradita alla Lazio. Ora non dispone più di un budget per operazioni in entrata e gli mancano ancora un esterno (si è rotto Jesus Corona) e un centravanti. Da qui alla fine del mercato, servirebbe un miracolo e almeno tre uscite per tornare alla carica. Non ci sono al momento i presupposti. Monchi sta lavorando su operazioni minori.

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Luis Alberto, inseguimento

Luis Alberto si è rassegnato ed è tornato con la testa alla Lazio. Lotito, dopo aver bloccato Ilic del Verona, a determinate condizioni lo venderebbe domani. Non è escluso se ne riparli a gennaio. Ora il Mago insegue Basic e Vecino, in concorrenza per l’Inter. Sarri lo ha rivisto motivato. Gli mancano ritmo e condizione. A settembre, chiuso il mercato, giocherà. È scontato e inevitabile, anche perché si scenderà in campo ogni tre giorni e cominceranno le rotazioni. Il talento di Luis farà comodo. Non ci sono dubbi. La storia è molto meno romanzata di quanto sembri.


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