Lazio, Pedro e il derby promesso: i tifosi chiedono il regalo

Per quello che è stato, per quello che può essere. I laziali hanno un motivo in più per amare Pedro, i romanisti hanno un motivo in più per temere Pedro. Il gol rifilato nel derby del 15 maggio con la maglia della Roma, per naturale contrappasso, dovrebbe risegnarlo nel derby di domani con la maglia della Lazio. Contrappesi e contrappassi, invocano i tifosi biancocelesti.

Pedro, silurato da Mourinho e riaccolto da Sarri

Pedro si trova in mezzo a due fuochi, vivrà un derby rovesciato, personalizzato, a maglie invertite. A maggio, subentrando, segnò il 2-0, fu il colpo di grazia, fece irruzione sulla trequarti, come una boccia da bowling stese pallidi birilli e fulminò Reina per la felicità dei romanisti e la frustrazione dei laziali. È un pericolo comune, Pedro. Oggi sono i romanisti a temere il colpo di grazia dell’ex. Pedro ha spezzato il cuore dei biancocelesti e l’ha scaldato tre mesi dopo, dopo un iniziale scetticismo. Ha rescisso con la Roma, ha sposato la Lazio, ha impattato bene contro Empoli e Spezia, poi è calato come tutti. Da Mourinho fu trattato come un rottame di ferro buttato via. Gli ha ridato un futuro Sarri, convinto che fosse ancora un metallo prezioso. Esaltato, silurato, scartato dalla Roma, costretto ad allenarsi a Trigoria nella solitudine frustrante che accompagna i fuori rosa. Accolto a Formello, rilanciato subito in campo a Empoli con la maglia 9, nel giro di 48 ore dalla sua firma sul contratto. Pedro ha vissuto un’estate sottosopra, ha perso e ritrovato tutto nel giro di cinque mesi.

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Pedro: “Lavorare con Sarri vuol dire sempre imparare”

Ha riposato un tempo a Torino per arrivare carico al derby. Pur dicendo il contrario a questa partita pensa da settimane, coltiva il sogno di rivincita, vuole sfogare la rabbia accumulata dall’arrivo di Mourinho in poi, l’inizio della fine della sua avventura giallorossa. Si è sentito umiliato. Mou, dopo la rescissione, ha giustificato così la sua scelta: “Pedro voleva giocare e per questo va rispettato, anche se ha scelto un club rivale della città. Quando un club decide una rosa gli altri giocatori devono trovare una soluzione. Qualcuno vuole veramente giocare, altri preferiscono altre cose. Ognuno è libero di fare quello che pensa. Nello stesso modo la società, e io come allenatore, dobbiamo essere liberi di prendere le nostre decisioni”. Pedro, nel giorno in cui si è presentato ai tifosi, non ha voluto soffermarsi troppo sul passato romanista: “Non voglio parlare della Roma, è il passato. Stavo vivendo una situazione difficile, mi hanno lasciato fuori rosa senza che mi parlasse nessuno della dirigenza. Quando ho parlato con Sarri ho capito che c’era questa opportunità, sono felicissimo di essere qui alla Lazio”. Mau per Pedro è un maestro: “Lavorare con Sarri vuol dire sempre imparare. Al Chelsea ho subito capito la sua idea di calcio e mi piace. È una persona molto importante per me, insieme abbiamo vinto l’Europa League. Cito anche Guardiola, lo ringrazio perché mi ha fatto vincere tutto al Barcellona. Sono tra i tecnici cui mi sento legato”.

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